Riduciamo il “cuneo” sulle buste paga (cuneo?), perché solo per queste poi resta un mistero, tuona Conte. Via Quota 100 dice Renzi. Non serve spiegare...
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Se Tizio, lavoratore dipendente, costa al suo datore di lavoro 25.000 euro all’anno, dopo il salasso fiscal/contributivo si ritrova in tasca, netti da spendere (per subire poi ulteriori tassazioni), 14.310 euro con una “perdita” del 43%. Se invece è Caio, lavoratore autonomo, a costare al suo datore di lavoro, perché questo è un committente, gli stessi 25.000 euro, in tasca gli restano 11.360 euro e la sua perdita è stata del 55%. 12 punti di differenza non sono pochi per un eterno precario, per giunta senza alcuna tutela. È chiaro che elettoralmente conviene favorire i primi, circa 25 mln di persone, 40 mln con i parenti, che non una minoranza assoluta, da sempre marchiata con il timbro “evasore”.
Passo ora a Renzi. Vuole abolire Quota 100? Va bene la tolga, ma sostituisca il sistema previdenziale con qualsiasi altro già funzionante in Europa, scelga il migliore. Nessuno costa quanto quello italiano. Nessuno ha distrutto il mercato del lavoro e la produzione come quello di casa nostra. In sintesi non si può parlare separatamente di paghe e previdenza. I due temi sono inseparabili fratelli siamesi. Prima capiscano questo, poi lancino le loro idee. Idee? Che roba è?
Arch. Claudio Gera
Lido di Venezia Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino