Zona gialla, le regioni a rischio secondo i nuovi criteri del Governo

Ma davvero in Italia torna lo spettro delle zone gialle e dunque delle restrizioni anti-Covid? Per capire come stanno le cose occorre armarsi di un po' di attenzione per i...

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Ma davvero in Italia torna lo spettro delle zone gialle e dunque delle restrizioni anti-Covid? Per capire come stanno le cose occorre armarsi di un po' di attenzione per i numeri.

Il governo ha stabilito che per entrare in zona gialla da oggi non vale più la media dei contagi su 100.000 abitanti ma la percentuale di occupazione dei posti letto sia in terapia intensiva che nelle corsie d'ospedale dedicate al Covid. Il passaggio scatterà quando il tasso di occupazione supererà il 10% per le rianimazioni e contemporaneamente il 15% dei letti ospedalieri disponibili. Con i vecchi criteri (più di 50 nuovi contagi ogni 100.000 abitanti) Lazio, Veneto, Sicilia e Sardegna correvano il rischio di entrare in fascia gialla.

 

 

Zona gialla, le nuove regole

 

Il criterio per far scattare le restrizioni è stato cambiato per una ragione molto semplice: è vero che la variante Delta del Sars CoV-2 è molto contagiosa ma grazie all'alto tasso di vaccinazione degli italiani (in 29 milioni abbiano ricevuto anche la seconda dose pari al 49% della popolazione) le persone che finiscono in ospedale sono poche.

Questo non vuol dire che bisogna abbassare la guardia perché con l'aumentare dei contagi è fatale che una quota di infettati finirà per ammalarsi gravemente. Ma se fino a qualche mese fa su 100 contagiati in media 5 finivano in ospedale e 1 o 2 in terapia intensiva, oggi questi effetti negativi sono molto più modesti e la possibilità che gli ospedali non riescano più ad assistere le persone colpite dal virus sono remote.

Variante delta, Lazio, Veneto, Sardegna e Sicilia diventano gialle nella mappa Covid europea

La dimistrazione di quanto sia protettivo il vaccino arriva dai numeri.

Ad oggi il record di occupazione delle terapie intensive spetta a quattro Regioni: Liguria, Lazio, Sicilia e Calabria. Ma questa percentuale è di appena il 3%. Il record di occupazione dei letti ospedalieri è invece del 6% e spetta a Calabria e Basilicata. In questo momento in Italia ci sono appena 158 persone ricoverate in terapia intensiva contro i 4.000 di alcuni mesi fa.

Come si vede i tassi di ospedalizzazione al momento sono abbondantemente sotto controllo. Ma sarà sempre così?

Questo dipende da quanto saliranno ancora le vaccinazioni e dal grado di diffusione del virus quando tornerà il cattivo tempo. È fondamentale continuare a mantenere le precauzioni perché il virus sidiffonde con una velocità sconosciuta per la bella stagione. Ieri sono stati registrati oltre 5.000 casi in Italia e ben 15 mila in Francia.

In Italia sono quattro le Regioni con qualche grattacapo superiore alla media: Veneto, Sardegna, Lazio e Sicilia. In queste quattro aree i focolai sono più virulenti perché gli 819 contagi registrati in Veneto equivalgono allo 0,17% della popolazione, i 246 della Sardegna allo 0,15% degli abitanti, i 792 nuovi infettati del Lazio allo 0,14% e i 520 della Sicilia allo 0,10%. Le province dove il virus circola di più sono quelle di Caltanissetta con 231 casi ogni 100.000 abitanti, Cagliari con 183, Verona con 131 e Roma con 83.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Il Gazzettino