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L'AQUILA - La decisione è maturata nel corso della riunione del Comitato tecnico scientifico regionale, presieduto da Alberto Albani, che si è tenuta nel pomeriggio di oggi: da martedì l'Abruzzo praticamente in lockdown con l'istituzione di una "zona rossa" su tutto il territorio regionale. Saranno chiusi, dunque, scuole di ogni ordine e grado (su questo aspetto, però, va ancora trovata un'intesa, ma il Comitato tecnico scientifico regionale vorrebbe la "stretta") e negozi, fatta eccezione per quelli che forniscono servizi essenziali. Provvedimento sul modello-Alto Adige che va oltre le restrizioni per la fascia rossa già previste dal Dpcm del 3 novembre.
Il governatore, Marco Marsilio, firmerà i provvedimenti nella giornata di domani, terminato il confronto con sindaci e categorie. Conclusa la fase di confronto, nel corso della giornata verrà predisposta l'ordinanza, che sarà condivisa con il Governo.
Oggi ha appreso le valutazioni del Cts e poi ha voluto poi riunire informalmente gli assessori per informarli dell'evolversi della situazione.
Il provvedimento potrebbe avere una durata fino al 3 dicembre.
Possibili restrizioni anche agli spostamenti personali nell'ottica di evitare assembramenti anche all'aperto.
Spaccatura profonda sulla scuola, con il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, che ha annunciato battaglia: "Si chiuda solo dove serve, le scuole non si toccano".
Un post del vice presidente della giunta, Emanuele Imprudente, ha di fatto anticipato la notizia: "A volte si deve fare anche ciò che non si vuole fare, perché è giusto ed opportuno. Nessuno può sfuggire alle responsabilità, questi non sono momenti per fare giochi politici e propagandistici ma sono momenti in cui prendere posizione e anticipare scelte. L’Abruzzo deve essere zona rossa con chiusura scuole".
La riunione era stata anticipata dalla richiesta del sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, di istituire una zona rossa, "ma solo a patto che siano previsti ristori per le attività produttive costrette alla chiusura e ausilio per le famiglie i cui ragazzi devono seguire la didattica a distanza, seppur temporaneamente, a seguito delle disposizioni di chiusura segnalate dalle scuole e valutate dal dipartimento di Prevenzione".
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Il Gazzettino