Il computer di Massimo Bossetti spiato grazie al sistema Galileo, attaccano gli avvocati del carpentiere. Un sistema intrusivo in grado di scaricare file ma anche di caricarli...
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Non solo: in una di queste mail ci sarebbe l’indicazione di un Paese, Israele, e dei costi per la creazione di un dna artificiale.
"COMPLIMENTI DAI ROS"
Nei mesi scorsi il software di Hacking Team e' stato spento dalla polizia postale. La società italiana leader nel campo dello spionaggio online infatti e' stata hackerata e tutti i documenti riservati sono stati pubblicati online da Wikileaks. Tra questi, un carteggio che riguarda proprio il caso Yara. In una mail di giugno del 2014 Claudio Vincenzetti, amministratore delegato di Hacking Team, scrive: "Naturalmente non posso dirvi molto. Naturalmente non conosco i dettagli. Ma, come'è già successo numerose volte in passato per casi celeberrimi e molto più grandi di questo, il merito del successo di questa indagine va a una certa tecnologia investigativa informatica prodotta da un'azienda a noi molto nota". Vincenzetti, insomma, si mostra entusiasta della sua "tecnologia", grazie alla quale sarebbe stato incastrato Bossetti. "Insomma - prosegue la mail - ci hanno appena chiamato i Ros di Roma. Per complimentarsi e ringraziarci. Davvero queste sono cose che riempono il cuore di gioia e di soddisfazione professionale". I toni dei messaggi inviati ai dipendenti interni e agli investitori, il giorno dopo l'arresto di Bossetti, sono autocelebrativi: "Diamoci una pacca sulla spalla. I Ros ci hanno telefonato per la buona riuscita dell'operazione". Questo scambio di mail riportato da Salvagni e' intitolato "Il caso Yara" e viene citato insieme alla documentazione del Ministero degli Interni sull'acquisto del sistema Galileo per 120 mila euro. "Questo sistema puo' controllare chi e' sotto indagine e puo' farlo in maniera invisibile, con un monitoraggio passivo e attivo. Permette anche di caricare e scaricare file. Insomma, puo' essere usato per intrusioni illegali", attacca l'avvocato.
SITI PORNOGRAFICI
Proprio il contenuto dei computer di casa Bossetti e' stato al centro del controesame dei due consulenti informatici dei Carabinieri: il sottotenente Giuseppe Specchio e il maresciallo Rudi D’Aguanno del Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche di Roma (Racis), che parlano di "copioso materiale pornografico". Si tratta di tracce di navigazione su siti a luci rosse, sia attraverso il computer fisso - nel quale è stata rilevata anche una "assenza di attività nel periodo a cavallo della scomparsa di Yara" - sia con il portatile con l’unico profilo utente attivo chiamato "Massimo". Tra i dati dei pc sono stati rintracciati contenuti pornografici e ricerche con parole chiave riconducibili anche a materiale pedopornografico.
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Il Gazzettino