I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito nella notte un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Roma, su richiesta della...
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L'arrestato, T.A. di 45 anni, insieme al complice, indagato in stato di libertà, ha elargito prestiti per centinaia di migliaia di euro. In cambio la vittima è stata costretta a rilasciare, quale garanzia, assegni - comprensivi dell'importo del prestito ottenuto e degli interessi sull'operazione - e a sottoscrivere scritture private attestanti falsamente la vendita di beni immobili o di opere d'arte di ingente valore. Le scritture private servivano a garantire il pagamento del prestito e a giustificare, agli occhi degli inquirenti, le transazioni di denaro tra l'usuraio e la vittima. A fronte di un prestito iniziale di 630.000 euro, la vittima ha elargito, in sei anni, la somma di 4.246.000 euro circa, pari all'interesse complessivo del 673,97% circa (interesse annuo del 112,33% circa). Nel momento in cui la vittima non è riuscita, a causa delle difficoltà economiche, a corrispondere gli interessi pattuiti, lo «strozzino» è divenuto proprietario dei beni promessi al momento del prestito, dando esecuzione ai fittizi contratti di compravendita; nel contempo, ha promosso azioni legali sulla base degli assegni in suo possesso, determinando così il fallimento o il pignoramento di beni a danno dell' imprenditore usurato.
L'indagine ha portato alla luce una vera e propria attività «professionale» di tipo familiare.
Il Gazzettino