Uccisa dal bus, genitori disperati: «Non si può morire così» /Video

Uccisa dal bus, genitori disperati: «Non si può morire così»
SALERNO - «Abbiamo fatto colazione insieme alle otto e dopo l’ho accompagnata all’Università», racconta tra le lacrime Vincenzo, il fidanzato di Francesca Bilotti, la...

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SALERNO - «Abbiamo fatto colazione insieme alle otto e dopo l’ho accompagnata all’Università», racconta tra le lacrime Vincenzo, il fidanzato di Francesca Bilotti, la ventitreenne di Giffoni Valle Piana investita ieri mattina da un bus della Sita e deceduta sul colpo. Il giovane non si dà pace di quella tragedia.




È alla camera mortuaria dell’ospedale Fucito di Mercato San Severino dove il corpo senza vita è stato portata. Con lui ci sono tanti amici e tanti altri ne arrivano. Increduli e in lacrime. Con lui ci sono i genitori di Francesca: il papà Nicola e la mamma Mariateresa. Il fratello diciassettenne Giovanni ha saputo la notizia a scuola dove sono venuti a prenderlo per consentirgli di dare l’ultimo saluto alla sorella.







La nonna materna, arrivata dopo poco non ha saputo mascherare il suo dolore lacerante. «Francesca mia, Francesca mia», la nenia è incessante e, rivolgendosi all'Onnipotente ripete: «Prendi me, prendi me e ridammi Francesca...». Non c’è consolazione possibile per questa tragedia. Mamma Mariateresa è una maschera di pietra e dolore appoggiata a un albero davanti all’obitorio in attesa che le porte si aprissero e le fosse permesso di vedere la sua bambina.



Gli occhiali da sole a coprire gli occhi arrossati dal pianto. Muta. Accanto a lei, smarrito, il marito Nicola. Il papà di Francesca. «Ma come si può morire così», dicono gli amici arrivati all’ospedale per stringersi alla famiglia. Giovanni, giunto da scuola piange mentre corre ad abbracciare i genitori. Disperato il fidanzato Vincenzo. Cammina avanti e indietro in lacrime. E urla: «L’ho accompagnata io. Abbiamo fatto colazione insieme e dopo l’ho accompagnata all’Università». Soffre, grida, forse, ma ingiustamente, si colpevolizza. Si sente smarrito... «E ora sono perso», lo sentono sussurrare a se stesso.



Arriva il medico legale Giuseppe Raimo. Farà solo un esame esterno del corpo. La causa del decesso non richiede ulteriori, strazianti autopsie. «Investimento con sormontamento da parte delle ruote dell’autobus». Letali sono state, dunque, le lesioni interne. Il riconoscimento della vittima è toccato ad un’amica di famiglia. Impensabile che i genitori vedessero la propria figlia prima che la ricomponessero per la camera ardente. Dopo poco arriva la nonna materna. La scena è straziante. Il dolore si sprigiona in ogni suo gesto, in ogni parola, in ogni singhiozzo.



Quando entra nella camera mortuaria a salutare la nipotina, forse, in quel momento, realizza il dramma: «Francesca mia - urla - non ci sei più». Intanto il magistrato di turno Amedeo Sessa ha già liberato la salma per permettere alla famiglia di poter riportare il corpo della giovane a casa. Alla camera mortuaria arriva il rettore dell’Università di Salerno, Aurelio Tommasetti. Rimane accanto alla famiglia. Presente sempre in quelle tragiche ore. «Abbiamo dato le immagini del nostro sistema di videosorveglianza alla procura – dice – affinché si possa spiegare la dinamica di questa tragedia».



Il rettore, accompagnato dal prorettore, Antonio Piccolo, le riprese non le ha viste, ma è li accanto alla famiglia: «Sono vicino al loro strazio da rettore e genitore». Tommasetti ha proclamato per oggi, in concomitanza dei funerali della giovane studentessa il lutto dell’ateneo: lezioni ed esami sospesi. Attività ferme per condividere un dolore atroce che ha colpito una famiglia, un paese, una comunità di giovani studenti e di professori. Arriva anche l’ex sindaco di Giffoni, Ugo Carpinelli.



La famiglia è, infatti, originaria della città del cinema. Papà Nicola, amara ironia della sorte, guida un’azienda di trasporti locale, mentre uno zio di professione sembra faccia proprio l’autista della Sita. Nella camera mortuaria si svolge il pietoso rito della composizione della salma. Francesca viene vestita e coperta da un velo bianco di tulle che le lascia scoperte solo le braccia e il volto. Stamane a Giffoni i funerali. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino