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Hanno sconfitto il cancro ma non possono tornare a una vita normale perché, per la società, sono e resteranno per sempre malati oncologici. Oggi in Italia sono 3,6 milioni i malati di tumore e il 27% di loro, pari a quasi un milione, sono considerabili guariti perché si sono lasciati la malattia alle spalle e non necessitano di ulteriori trattamenti. Eppure i sopravvissuti al cancro continuano a subire discriminazioni nell'accesso ai servizi finanziari per il solo fatto di avere avuto un tumore. Non possono richiedere servizi come mutui, prestiti, assicurazioni oppure, nel migliore dei casi, ne fruiscono con maggiorazioni tariffarie e clausole di esclusione parziale del rischio assicurativo. I survivor non possono di fatto fare progetti di vita, reintrodursi nel mondo del lavoro e neanche adottare un bambino. Sono etichettati come malati in quanto per avere accesso a molte pratiche burocratiche è necessario dichiarare se si è avuta una patologia oncologica, anche se si è guariti.
Teresa, morta a 15 anni la testimonial dei piccoli malati di tumore
RITORNO ALLA NORMALITÀ
Per un reale ritorno alla normalità di questa immensa platea di persone sarebbero urgenti norme ad hoc così come già introdotte in paesi come Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda e Portogallo. A chiedere a gran voce l'introduzione del cosiddetto Diritto all'oblio Oncologico per il quale un paziente oncologico, trascorso un certo periodo di tempo dalla guarigione non debba essere costretto a dichiarare la pregressa malattia è la Fondazione Aiom che, ieri, ha lanciato la prima campagna nazionale Io non sono il mio Tumore.
I DIRITTI DEI PAZIENTI
«È necessario muoversi verso un futuro libero dallo stigma della malattia oncologica. La tutela dei diritti dei pazienti oncologici passa anche attraverso il riconoscimento giuridico di una guarigione dal cancro» ha detto Antonella Campana, vicepresidente di Fondazione Aiom e membro del coordinamento volontari di IncontraDonna. «Noi pazienti sappiamo cosa significhi essere trattati da persone perennemente malate - spiega Monica Forchetta, presidente Apaim, Associazione Pazienti Italia Melanoma La neoplasia spesso diventa un'etichetta, anche quando non c'è più. Oggi, però, le persone guarite sono così tante che è necessario rendersi conto dell'entità del problema e intervenire per risolverlo». Ornella Campanella, presidente dell'associazione aBRCAdabra dice basta all'equazione cancro uguale male incurabile'. Al fianco dei survivor anche gli infermieri come Lucia Belli, membro del Cda di Fondazione Aiom. Il paziente oncologico, dicono, una volta terminate le terapie, va considerato guarito. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino