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Un tavolo per il rinnovo del contratto da avviare in tempi stretti. E un programma da quasi 17 mila assunzioni da completare al più presto. Per il comparto difesa e sicurezza quello appena iniziato si preannuncia come un anno di rilancio. Oggi i sindacati più rappresentativi delle Forze dell’ordine e dei militari, saranno ricevute a Palazzo Chigi dal premier Giorgia Meloni insieme al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Sul tavolo il governo ha già messo un miliardo e mezzo di euro destinato agli scatti di stipendio di poliziotti, militari e vigili del fuoco. Si tratta, secondo le stime già elaborate dal ministero per la Funzione pubblica, di aumenti medi lordi mensili che vanno dai 172 euro per l’esercito fino ai 194 euro per la Guardia di Finanza. Aumenti a “regime”, che saranno cioè pieni a partire dal primo gennaio del 2025. Il tavolo vero e proprio delle trattative non è però ancora iniziato. Manca un passaggio importante. Per la prima volta il personale delle Forze Armate e dei corpi di Polizia ad ordinamento militare, ossia la Guardia di Finanza e i Carabinieri, potranno essere rappresentati da associazioni professionali a carattere sindacale tra militari.
LA MISURAZIONE
Insomma, una sorta di sindacati delle Forze Armate.
LE AUTORIZZAZIONI
Oltre agli aumenti ci saranno anche le assunzioni. Lo scorso anno sono state autorizzati 16.845 nuovi ingressi, 13.500 dei quali per sostituire personale andato in pensione.Altre 3.300 assunzioni invece, sono state autorizzate grazie a risorse straordinarie stanziate con una serie di provvedimenti.
Il tavolo per il rinnovo del contratto delle Forze di sicurezza e della Difesa dovrebbe comunque essere uno dei primi a partire in questa nuova tornata contrattuale del pubblico impiego che sta per aprirsi. Il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha già reso disponibile la cosiddetta “direttiva madre”, l’indicazione negoziale inviata all’Aran e che vale per tutti i rinnovi contrattuali. Adesso sono attese le direttive per i singoli comparti. Le prime due a vedere la luce dovrebbero essere quella per il comparto sanitario e quella per gli enti locali. Anche perché questi ultimi non hanno potuto beneficiare dell’anticipo degli aumenti pagato dal governo alla fine dello scorso anno. Poi toccherà agli altri due comparti, quello delle finzioni centrali (ministeri e Agenzie fiscali) e quello dell’istruzione (il più numeroso con la presenza di 800 mila insegnanti). L’intenzione comunque è di fare presto, in modo che gli aumenti possano arrivare per tutti entro l’inizio del prossimo anno. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino