Stipendi d'oro, 193 mila euro al capo di Gabinetto di Raggi

Stipendi d'oro, 193 mila euro al capo di Gabinetto di Raggi
Quasi duecentomila euro. Non male, per fare il capo di Gabinetto a Roma della prima giunta a 5 Stelle. Visto che siamo in periodo olimpionico, è record: rispetto ai...

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Quasi duecentomila euro. Non male, per fare il capo di Gabinetto a Roma della prima giunta a 5 Stelle. Visto che siamo in periodo olimpionico, è record: rispetto ai predecessori, il magistrato Carla Romana Raineri è colei che vanta il compenso più alto. Certo, molto dipende dal fatto che da magistrato deve esserle garantito lo stesso salario e in passato in Campidoglio ci fu chi, per un periodo, aveva un compenso anche da un'altra amministrazione. Ma sembrano passati secoli da quando Daniele Frongia, oggi vicesindaco di Roma Capitale ma per un breve periodo capo di gabinetto, rivendicava di non percepire alcun compenso. La linea pauperista è durata molto poco. Altro dato: nell'infornata di 16 nomine ufficializzate con le delibere pubblicate sul sito del Comune, il totale dei compensi annui va a sfiorare 1,2 milioni di euro.


POLEMICHE

Uno scandalo? No, perché, a parte il record del capo di Gabinetto, in alcuni casi i diretti interessati oggettivamente guadagnano meno dei predecessori. Ad esempio, il portavoce Teodoro Fulgione prenderà 103mila euro all'anno: più del suo omologo con Marino (90mila euro), ma la Raggi non ha nominato il capo ufficio stampa che nella legislatura precedente valeva 125mila euro, che dunque non saranno spese (almeno per ora, perché le nomine non sono ancora terminate). Sulla comunicazione, si risparmia. Altro dato evidente, basta spulciare le pagine Facebook dei prescelti per farsene una idea: la maggioranza dei nominati ha il sacro fuoco grillino, sui profili (per molti, ma non per tutti) è un overbooking di foto che ricordano Casaleggio, selfie con Beppe Grillo, amicizie con i dirigenti romani pentastellati, post che irridono Renzi o il Pd, condivisioni di click del sacro blog. Anche qui: tutto abbastanza normale, non è che i sindaci dem nominino truppe di collaboratori di altri partiti, però diciamo che la selezione in base ai meriti, tanto decantata dal Movimento, è andata in più di un caso miracolosamente a coincidere con la militanza pentastellata.
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Il Gazzettino