«L'abbraccio dell'Arma ci arriva oggi caldo e finalmente rassicurante». Lo scrive Ilaria Cucchi su Facebook, dopo la lettera inviata alla famiglia di Stefano...
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«La lettera del generale Nistri è stata per me un momento emotivamente molto forte. Perché questa lettera è arrivata dopo anni in cui io e la mia famiglia ci siamo sentiti traditi. Serve a scacciare il senso di abbandono che ho vissuto in questi nove anni. Oggi finalmente posso dire che l'Arma è con me».
«Queste scelte danno fiducia. Lo Stato
deve, a fronte di provati comportamenti infedeli dei suoi
uomini, far capire che non sta a guardare e che sanziona. Chi
sbaglia, paga». Lo scrive su twitter il presidente della
commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, in merito alla
notizia secondo cui l'Arma sarebbe pronta a costituirsi parte
civile in un eventuale processo a carico dei carabinieri
coinvolti nell'inchiesta sui depistaggi nel caso Cucchi.
IL DEPISTAGGIO
Ilaria parla anche della possibilità che l'Arma si costituisca parte civile, in un eventuale processo per depistaggio: «So che nulla è ancora deciso. E che in ogni caso bisognerà attendere la richiesta di rinvio a giudizio per gli otto ufficiali indagati per il depistaggio. Ma ne ho parlato con il generale Riccardi, portavoce del comandante che mi ha assicurato come l'ipotesi sia concreta - spiega -. Sarebbe bellissimo. E soprattutto, vero. Perché, come scrive Nistri, mio fratello è morto, ma ad essere lesa, insieme alla sua vita e a quella della mia famiglia, è stata anche l'Arma e i suoi centomila uomini cui la lettera fa riferimento».
L'UDIENZA
«IInnanzitutto io voglio chiedere scusa alla
famiglia Cucchi e agli agenti della polizia penitenziaria imputati al
primo processo. Per me questi anni sono stati un muro insormontabile».
Così al processo Cucchi-bis in corso in Corte di Assise a Roma è
iniziata la deposizione del carabiniere Francesco Tedesco, il
supertestimone che ha rivelato a nove anni di distanza che il geometra
31enne venne «pestato da due suoi colleghi, imputati come lui di
omicidio preterintenzionale». «Non era facile denunciare i miei
colleghi. Il primo a cui ho raccontato quanto è successo è stato
il mio avvocato. In dieci anni della mia vita non lo avevo
ancora raccontato a nessuno».
LA TESTIMONIANZA
«Al fotosegnalamento Cucchi si
rifiutava di prendere le impronte, siamo usciti dalla stanza e
il battibecco con Di Bernardo è proseguito. Di Bernardo era
davanti e Cucchi dietro. A un certo Di Bernardo si gira e dà a
Stefano uno schiaffo violento. Io dico: "ma che c... stai
facendo? Smettila". Di Bernardo spinge Cucchi e poi D'Alessandro
dà un calcio a Cucchi all'altezza dell'ano. Io spingo Di
Bernardo e nel frattempo Cucchi cade a terra, battendo la testa,
tanto che ho sentito il rumore. Poi D'Alessandro dà un calcio in
faccia a Stefano». Questo il racconto delle fasi del pestaggio
fatto da Tedesco durante l'interrogatorio in aula ribadendo in
sostanza l'accusa nei confronti degli altri due coimputati, i
carabinieri Raffaele D'Alessandro e Alessio Di Bernardo, di
avere picchiato Cucchi.
ATN/TZ
08-APR-19 12:59 NNNN
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Il Gazzettino