Shalabayeva, la Cassazione: «Espulsione illegittima»

Shalabayeva, la Cassazione: «Espulsione illegittima»
Un'espulsione illegittima. Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Muktar Abliazov, non doveva essere espulsa dall'Italia e il provvedimento di rimpatrio è viziato...

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Un'espulsione illegittima. Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Muktar Abliazov, non doveva essere espulsa dall'Italia e il provvedimento di rimpatrio è viziato da «manifesta illegittimità originaria». Lo afferma la Cassazione che ha accolto il ricorso della Shalabayeva contro il decreto del giudice di Pace di Roma del 31 maggio 2013.




Frette colpevole C'è stata troppa fretta da parte delle autorità italiane nelle procedure di espulsione e trattenimento di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov, e non sono neppure state adottate le traduzioni linguistiche affinchè la donna potesse chiarire le condizioni del suo soggiorno in Italia. Lo scrive la Cassazione accogliendo il ricorso della Shalabayeva.



L'irruzione a Casal Palocco Oltre ad aver criticato l'irruzione notturna nell'abitazione di Casal Palocco, la suprema corte rimprovera anche alle autorità - ministero dell'Interno, Prefettura e Questura di Roma - di aver avuto conoscenza «dell'effettività identità» della donna e il fatto che era in possesso non solo di un valido passaporto diplomatico centroafricano ma anche di due permessi di soggiorno efficaci rilasciati dal Regno Unito e dalla Lettonia. Queste circostanze, scrive la Cassazione, unite «all'oggettiva mancanza delle condizioni temporali e linguistiche per poter chiarire in modo inequivoco l'effettiva condizione di soggiorno in Italia» da parte della Shalabayeva «inducono a ritenere del tutto privo delle condizioni di legittimità il titolo espulsivo "ab origine" e, conseguentemente il successivo ordine di accompagnamento coattivo e trattenimento presso il Cie, ancor che di molto breve durata». Shalabayeva in Cassazione è stata difesa dagli avvocati Vincenzo Cerulli Irelli insieme a Riccardo Olivo. Il ministero dell'Interno «in persona del ministro pro-tempore», la Prefettura di Roma nella persona del Prefetto e la Questura rappresentata dal Questore sono stati difesi dall'avvocatura dello Stato.

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Il Gazzettino