Sentenze copia-incolla, Salvini: «Serve profonda riforma della giustizia»

Matteo Salvini
VENEZIA - Il presunto «copia-incolla» di una sentenza alla Corte d'Appello di Venezia, con la richiesta di un'ispezione ministeriale da parte dei penalisti...

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VENEZIA - Il presunto «copia-incolla» di una sentenza alla Corte d'Appello di Venezia, con la richiesta di un'ispezione ministeriale da parte dei penalisti è un «ennesimo episodio che macchia la credibilità della Giustizia, già messa in discussione dalle intercettazioni contro la Lega e contro Berlusconi». Lo afferma in una nota il leader della Lega Matteo Salvini. «Serve una riforma profonda del sistema - prosegue Salvini - anche per non mortificare la stragrande maggioranza dei magistrati che lavorano con passione e serietà. Bonafede, se ci sei batti un colpo». 


Mentre i consiglieri laici del Csm, Stefano Cavanna e Alberto Maria Benedetti (M5S) chiedono al comitato di presidenza del Consiglio di aprire una pratica per «effettuare un'approfondita istruttoria» e «conseguentemente, accertare l'eventuale sussistenza di fatti e/o condotte rilevanti nell'ambito delle competenze del Consiglio, nonché al fine di adottare le iniziative meglio ritenute».


«A fronte di tale situazione, il giorno dell'udienza i casi in questione sarebbero stati rinviati al 2021», riferiscono i due consiglieri, sempre citando le notizie di stampa, e «a seguito delle rimostranze dei difensori e dell'Unione delle Camere penali del Veneto, la presidente della Corte di Appello di Venezia, nel qualificare quale un mero errore l'invio delle bozze, avrebbe riferito che sarebbe stata inviata nessuna sentenza già scritta, ma una semplice bozza di ipotesi di decisione, predisposta dal giudice relatore sulla base di uno schema predisposto dal Csm e come consentito dalla Cassazionè. La presidente della Corte di Appello avrebbe poi evidenziato il fatto che "quegli schemi sarebbero stati del tutto legittimi"». Secondo Cavanna e Benedetti, dunque, appare «doverosa la puntuale verifica, nei limiti delle competenze del Consiglio superiore della magistratura, in merito ai fatti riportati dai citati quotidiani, avuto particolare riguardo al riferimento alla legittimità di pretese pratiche basate su schemi indicati come predisposti dal Csm».
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Il Gazzettino