VENEZIA - Il presunto «copia-incolla» di una sentenza alla Corte d'Appello di Venezia, con la richiesta di un'ispezione ministeriale da parte dei penalisti...
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Mentre i consiglieri laici del Csm, Stefano Cavanna e Alberto Maria Benedetti (M5S) chiedono al comitato di presidenza del Consiglio di aprire una pratica per «effettuare un'approfondita istruttoria» e «conseguentemente, accertare l'eventuale sussistenza di fatti e/o condotte rilevanti nell'ambito delle competenze del Consiglio, nonché al fine di adottare le iniziative meglio ritenute».
«A fronte di tale situazione, il giorno dell'udienza i casi in questione sarebbero stati rinviati al 2021», riferiscono i due consiglieri, sempre citando le notizie di stampa, e «a seguito delle rimostranze dei difensori e dell'Unione delle Camere penali del Veneto, la presidente della Corte di Appello di Venezia, nel qualificare quale un mero errore l'invio delle bozze, avrebbe riferito che sarebbe stata inviata nessuna sentenza già scritta, ma una semplice bozza di ipotesi di decisione, predisposta dal giudice relatore sulla base di uno schema predisposto dal Csm e come consentito dalla Cassazionè.
Il Gazzettino