L’atto amministrativo è già pronto al Ministero delle Salute e questa settimana sarà diffuso, d’accordo con il Ministero della Pubblica...
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VIMINALE
Prima di Pontida, c’era stata tensione tra la Grillo e Salvini. Il leader della Lega aveva anticipato tutti dicendo che «dieci vaccini sono troppi». La ministra della Salute aveva ribattuto ricordando che la competenza non è del Viminale e che qualsiasi iniziativa di modifica della legge sarebbe stata di iniziativa parlamentare. Ma al di là delle schermaglie comunicative, l’applicazione pratica uno dei paletti fissati dalla legge Lorenzin, la data del 10 luglio, cadrà già questa settimana. La norma in vigore non consente l’iscrizione nelle scuole materne ed elementari se non si certifica per quella data che il bambino è in regola con i dieci vaccini (per scuole di grado superiore si conferma l’obbligatorietà, ma in caso di inadempienza c’è solo una multa).
CONTRATTO
La Grillo ha spiegato: «I vaccini sono parte del Contratto di governo. C’è una parte che ne parla, piccola, ma c’è. E su questo agiremo in sinergia con il resto del Governo». Ecco, ma cosa dice il contratto che ha sancito l’intesa tra Movimento 5 Stelle e Lega di Salvini alla voce «vaccinazioni»? «Pur con l’obiettivo di tutelare la salute individuale e collettiva garantendo le necessarie coperture vaccinali, va affrontata la tematica del giusto equilibrio tra il diritto all’istruzione e il diritto alla salute, tutelando i bambini in età prescolare e scolare che potrebbero essere a rischio di esclusione sociale».
IL CONGELAMENTO
Con questi presupposti lo sviluppo in arrivo nei prossimi giorni è quasi automatico: congelamento della data del 10 luglio e modifica sostanziale della legge Lorenzin. L’assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, però è sorpreso: «Nell’incontro che nei giorni scorsi abbiamo avuto con il nuovo ministro, la Grillo ci ha spiegato che prima di agire si valuteranno gli effetti della legge. D’altra parte, se s’introducono cambiamenti si rischia di disorientare le famiglie perché s’inviano messaggi discordanti. Qui nel Lazio abbiamo raggiunto una percentuale di vaccinazione molto alta, questo lavoro non va disperso, servono dei punti fermi». Lo stop al termine ultimo del 10 luglio per presentare la certificazione che dimostra l’avvenuta vaccinazione, presupposto per iscrivere i bambini a scuola, va a interessare anche l’operato degli istituti che si erano organizzati ovviamente per rispettare la legge. Mario Rusconi, presidente di Anp-Lazio (l’associazione dei presidi) ha avvertito: «È importante per la scuola che ci sia la massima concertazione tra il ministero della Salute, il Miur e le Usr (Uffici Scolastici Regionali) in modo che le loro incombenze non ricadano sul personale scolastico, come peraltro accaduto nei mesi passati».
LE PERCENTUALI
In realtà, sul tema della data del 10 luglio c’è anche chi invita a non eccedere in drammatizzazione: le percentuali molto alte di vaccinazioni raggiunte con l’applicazione della legge Lorenzin, dimostrano un fatto: il numero di bambini che rischiano di non andare a scuola è estremamente basso.
Il Gazzettino