«Con o senza rotelle i nuovi banchi monoposto non sono arrivati». Questa è la frase che con più frequenza rimbalza da una scuola all’altra, da un...
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Il 9 settembre il premier, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, aveva elencato una serie di promesse alla voce riapertura delle scuole, garantendo: «Se mi sento tranquillo di accompagnare mio figlio a scuola? Ben tranquillo, assolutamente fiducioso. Gli comunicherò tutto l’entusiasmo di iniziare questo nuovo anno scolastico». Ecco, tutto questo entusiasmo, nelle famiglie, nei ragazzi e negli insegnanti, non traspare. Ma Conte aveva detto: «Le famiglie italiane non devono dubitare che abbiamo fatto il massimo per dare ai nostri ragazzi il meglio e per regalare alla scuola un nuovo inizio. Ed è una grande opportunità: ci saranno più spazi, più docenti e meno alunni per classe grazie a un investimento di 7 miliardi da gennaio a oggi. Distribuiremo 11 milioni di mascherine chirurgiche gratuite per il personale scolastico e gli studenti».
LA CORSA
A due giorni dalla prima campanella, per lo meno in quelle regioni e in quei comuni dove non è stato deciso il rinvio, la situazione è differente da quella descritta: in non pochi casi mancano gli insegnanti, gli spazi non sono stati ancora individuati e già si ipotizza di proseguire, per una parte degli studenti, con le video-lezioni. Le mascherine sono in ritardo, ha denunciato Cittadinanzattiva, magari arriveranno nelle prossime ore, ma ad esempio la Regione Lazio ieri è corsa ai ripari distribuendo last minute per consegnarne cinque milioni, sufficienti per la prima settimana. Per citare un vecchio film sul mondo della scuola, “io speriamo che me la cavo”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino