Il cosiddetto "Salva Roma" non è altro che l'operazione annunciata sul debito storico di Roma dalla sindaca Virginia Raggi e dal viceministro...
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Tuttavia la Lega dall'inizio ha mostrato forti dubbi sulla misura, arrivando a chiederne lo stralcio. E oggi addirittura la Lega in Campidoglio ne chiede lo stop. La norma è stata inserita nel decreto crescita e sulla sua permanenza è in atto uno scontro tra gli alleati di Governo. «Lo Stato si accolla una parte del debito finanziario e riduce i costi che dà alla gestione commissariale. È un'operazione win-win. I cittadini italiani non pagheranno l'operazione - le parole della Castelli durante l'annuncio - In caso contrario ci saremmo trovati nel 2022 con una crisi di liquidità fortissima che avrebbe soffocato la città».
Al momento per ripagare i debiti di Roma nella gestione commissariale già confluiscono fondi statali (pari a 300 milioni ogni anno) insieme a fondi comunali (pari a 200 milioni). Chiudendola, la gestione di questi debiti passerebbe al Comune. I risparmi - stimati secondo gli ideatori di questa manovra in 2 miliardi e mezzo - deriverebbero dalla rinegoziazione dei mutui con le banche da parte dello Stato e da una ricognizione del piano di rientro del debito. Tali fondi nelle intenzioni della Raggi potrebbero essere utilizzati anche per ridurre l'Irpef, attualmente tra le più alte a Roma.
Il ministro Matteo Salvini solo una settimana fa, però, chiariva: «Per Roma stiamo facendo di tutto, l'unica cosa che non si potrà fare è regalare soldi ad una città ignorando i problemi di tutte le altre». Poi, sul debito storico, aveva avvertito: «Non è finita, il Parlamento è sovrano. Se qualcuno pensa di fare omaggi a Roma, quando ci sono centinaia di Comuni in difficoltà...allora o tutti o nessuno». La norma è stata messa a punto da tecnici del Governo con la collaborazione del Campidoglio.
Obiettivo: individuare «una strategia finanziaria il cui primo scopo è la messa in sicurezza del piano di rientro fino al 2048.
Il Gazzettino