Salva la vita al padre con il massaggiocardiaco. La vicenda è accaduta nella scorsa primavera ma è stata resa nota solo oggi dall'Azienda Usl Toscana...
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La studentessa, che non hai mai frequentato un corso di rianimazione di base ma che segue tutte le puntate di Grey's Anatomy, non ha perso tempo: ha immediatamente chiamato il 118, ha messo il telefono in vivavoce e sotto la guida dell'operatore della centrale ha iniziato a praticare il massaggio cardiaco a suo padre. «L'ambulanza - racconta la giovane - è arrivata dopo soli 10 minuti, durante i quali ho continuato ad effettuare il massaggio cardiaco, senza fermarmi un solo secondo».
Giunti sul posto, i soccorritori hanno immediatamente effettuato la «defibrillazione» e continuato con le manovre di rianimazione avanzate. La catena dei soccorsi è quindi proseguita - riferiscono gli operatori sanitari - con l'esecuzione dell'elettrocardiogramma e la sua tele-trasmissione al medico della cardiologia dell'ospedale San Jacopo di Pistoia. Diagnosticata la presenza di un infarto miocardico acuto, è stata somministrata la terapia più appropriata e il paziente è stato direttamente trasferito nelle sale di emodinamica, dove ad attenderlo era già pronta l'equipe di Cardiologia Interventistica, che in brevissimo tempo ha provveduto a riaprire, mediante angioplastica coronarica, l'arteria responsabile dell'arresto cardiaco. Dopo alcuni giorni di ricovero in terapia intensiva, il paziente è stato dimesso dall'ospedale«.
Quando il cuore smette di battere, l'assenza di circolo determina un danno cerebrale che si aggrava di minuto in minuto. La catena dei soccorsi è quell'insieme di interventi, sequenziali e coordinati, che permettono di sostenere le funzioni vitali fino all'esecuzione degli interventi necessari. Spiegano i medici della struttura organizzativa complessa di cardiologia diretta dal dottor Marco Comeglio,: «nel caso che abbiamo raccontato, grazie ad una organizzazione rodata da ormai molti anni, la catena del Sistema Sanitario - 118, Cardiologia, Rianimazione - ha funzionato alla perfezione, facendo in modo che il paziente venisse dimesso senza conseguenze neurologiche, tuttavia, senza il coraggioso e determinante intervento della figlia, quei 10 minuti, interminabili per le sue esili braccia che hanno lavorato incessantemente, avrebbero potuto rendere vani tutti gli sforzi successivi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino