M5S, Grillo alla Raggi: «Vai avanti, ma basta errori»

dal nostro inviato PALERMO «Beppe, Davide: lasciatemi lavorare». «Virginia vai avanti, ma esci da questa continua logica dell'emergenza: devi dare dei...

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dal nostro inviato
PALERMO «Beppe, Davide: lasciatemi lavorare». «Virginia vai avanti, ma esci da questa continua logica dell'emergenza: devi dare dei segnali, basta errori». Hotel Posta, ore 11, saletta interna. Caffè e pasticcini siciliani per colazione. Al tavolo la sindaca Raggi, appena atterrata, Beppe Grillo e Davide Casaleggio. E' un trilaterale («termine che ormai abbiamo sdoganato», scherza qualcuno).


Il comico, ritornato capo politico, è deciso: chiede alla «signora» quale sia l'exit strategy per raddrizzare la barca. Dagli assessori allo staff, passando all'adozione di provvedimenti che caratterizzino il movimento nella Capitale. Il figlio di Gianroberto preferisce ascoltare e interviene di rado («Bisogna dare un segnale sull'ecologia e l'ambiente»). Il vertice dura 40 minuti. La Raggi prende appunti. Poi si affacciano Max Bugani, responsabile del sistema Rousseau e testa milanese del M5S anche se è consigliere comunale a Bologna, e Rocco Casalino. La riunione si allarga e diventa operativa. Si parla della comunicazione della giornata. Di quello che dirà la sindaca tra poco ai cronisti fuori dall'hotel e, soprattutto, al discorso che pronuncerà sul palco.

IL MESSAGGIO
Virginia scrive, apre e chiude l'iPad. La versione che filtra dal Comune di questo incontro a tre sarà il classico «è andato tutto bene: hanno parlato di progetti». La versione traballa un po' quando Raggi prima di ficcarsi in auto, direzione Foro Italico, dice che «gli assessori li decide Roma» e che lei si «consulta con i consiglieri comunali e con gli altri assessori». Sembra, e lo è, un messaggio ai vertici del M5S. Si può leggere che la nomina di Salvatore Tutino al Bilancio, ora bloccata, verrà presa nel bene o nel male in Campidoglio, e non altrove. Il problema è di metodo generale.

Bugani, in un momento di sfogo ammette: «Prima della trasparenza, il M5S ha come principio la coerenza con la nostra storia. La Raggi scelga le persone di cui si fida». Ma, questo è quello che pensano alla Casaleggio associati, non devono essere scelte che mandano in tilt la base e i vertici anche adesso camminano in ordine sparso.

L'ISOLAMENTO
Alla festa scena e retroscena sono ben tagliate dal palco. Dietro le quinte raccontano diversi parlamentari, c'è «molto imbarazzo davanti a Virginia». Nessuno si fa vedere con lei, il discorso non riguarda solo Roberta Lombardi, Paola Taverna e gli altri ortodossi. La foto del giorno con Grillo non c'è. Nemmeno una citazione se non quella che il comico le fa quando parla, scherzando, dei giornalisti che cercano i peli sulle gambe della Raggi. Ma lo scatto della pace, o del clima disteso, non viaggia su Twitter né su Facebook.

Roberto Fico anzi manderà un messaggio di solidarietà ai cronisti aggrediti nella calca che si era creata intorno alla sindaca. Alessandro Di Battista per una volta non indossa i panni dell'invettivista e parla del Campidoglio un po' come l'ultimo Matteo Orfini faceva con Ignazio Marino, con il distacco del commissario politico che non ci vuole mettere più la faccia. «A lei oneri e onori». E sulla difesa (a tempo) dell'assessora Paola Muraro è netto: «Se ne assume Virginia la responsabilità». Luigi Di Maio, nel backstage, riunisce una pattuglia di parlamentari e, guardando il mare, prova a dettare la linea: «Ragazzi, dobbiamo sostenerla. Quando vado in missione all'estero tutti mi chiedono di lei, di Virginia, di Roma. E' troppo importante». La Raggi è funzionale al futuro del M5S: è la didascalia del ragionamento del vicepresidente della Camera.


C'è comunque un fatto che notano tutti: il peso mediatico che la sindaca ha conquistato. L'accoglienza della base, la percezione nel popolo grillino, la difesa d'ufficio che sfoga nel complottismo più ardito. Il discorso della prima cittadina dietro le quinte viene vivisezionato. A diversi non piace. «Non è programmatico, non ci sono passaggi sugli errori commessi». Virginia saluta tutti alle 17, ritorna a Roma. Con tanti applausi dei militanti, ma senza la foto con Grillo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino