Capodanno beffa: non c’è lo sponsor, Roma paga il conto

Beffa a Capodanno: non c’è lo sponsor, Roma paga il conto
Londra, per l’ultimo capodanno prima della Brexit (oppure no, chissà), metterà sul piatto 1,3 milioni di sterline rastrellati con le sponsorship; New York...

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Londra, per l’ultimo capodanno prima della Brexit (oppure no, chissà), metterà sul piatto 1,3 milioni di sterline rastrellati con le sponsorship; New York dovrebbe bissare quanto racimolato l’anno scorso, cioè 2 milioni e 264mila dollari di donazioni private. A Milano il concerto davanti al Duomo costerà 300mila euro e una buona metà sarà a carico di un finanziatore privato (che ha chiesto di restare anonimo). E Roma? A bocca asciutta. Niente sponsor, pagherà tutto il Comune, quindi i contribuenti romani.


E mica poco. «Il costo è stimato in circa 1 milione e 500mila euro», ha fatto sapere ieri il vicesindaco Luca Bergamo, che nella giunta di Virginia Raggi ha la delega alla Cultura. Messaggio chiaro: investitori privati, neanche l’ombra. Anche se si tratta di un evento iper-popolare, per la Città eterna, che ha visto ammassarsi sul pratone del Circo Massimo, da anni, centinaia di migliaia di persone da tutta Italia: nel 2015, con Bennato e i Negramaro, furono oltre 150mila, l’anno prima (mentre i vigili urbani si davano malati in massa) il Comune ne contò oltre mezzo milione sotto al palco di Daniele Silvestri, Malika Ayane e Nicolò Fabi.

NIENTE INVESTITORI
Eppure quest’anno, a sentire l’amministrazione comunale, la ricerca di finanziatori, incredibilmente, non avrebbe avuto buona sorte. Colpa, sostiene il vice di Raggi, delle ditte che si erano aggiudicate l’appalto per organizzare la festa e che quest’anno, a differenza del 2017, non avrebbero convinto nemmeno un donatore. «La verità è che gli operatori hanno avuto difficoltà a reperire le sponsorizzazioni necessarie per organizzare l’evento - ha spiegato Bergamo -. Ce lo hanno detto a ottobre e a quel punto ci siamo assunti noi la responsabilità, d’altronde il nostro intervento era indispensabile per garantire la manifestazione».

IL PRECEDENTE
Insomma, si è corso pure il rischio che il Concertone venisse annullato per mancanza di soldi, pubblici o privati che fossero. Sarebbe stato un desolante remake del 2016, il primo Capodanno a 5 stelle della Capitale, quando, anche lì, per la fuga degli sponsor, non si riuscì a ingaggiare un-cantante-uno che ravvivasse il conto alla rovescia nell’arena sotto all’Aventino. Ed era dal 1994 che Roma non celebrava il countdown con un mega-concerto, come avviene nelle metropoli di tutta Europa.
Stavolta, per evitare imbarazzi, il Campidoglio ha deciso di mettere mano al portafogli. Il bilancio comunale, a conti fatti, dovrebbe alleggerirsi di mezzo milione di euro in più del previsto, la cifra che sborsarono i privati l’anno scorso per il concerto con Tosca affiancata dalla Bubbez Orchestra (il resto, 800mila euro, arrivò dal conto corrente di Palazzo Senatorio).

IL PROGRAMMA

Quanto al programma, il 31 notte l’esibizione di punta al Circo Massimo è stata affidata a Vinicio Capossela, aprirà la serata la Piccola Orchestra di Tor Pignattara, a seguire i Kitonb, una compagnia di «teatro estremo» che lavora con gigantesche scenografie volanti. Dopo il brindisi alla mezzanotte, toccherà ad Achille Lauro, classe 1990, che dalla periferia di Vigne Nuove ha scalato la scena rap italiana raccontando, con le sue rime arrabbiate, le borgate romane. Il motivo di fondo del Concertone senza sponsor, spiegano gli organizzatori, sarà la Luna, per ricordare l’impresa di Neil Armstrong e dell’Apollo 11 (l’anno prossimo saranno 50 anni tondi tondi dal famoso primo passo). La festa andrà avanti coi dj fino alle 3 di notte. E il conto, alla fine, lo pagheranno i romani.
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Il Gazzettino