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Basta spazi di impunità. Il giorno dopo il blitz delle forze dell’ordine nel Parco verde di Caivano, il governo mette nero su bianco la linea dura e prepara la stretta contro la criminalità giovanile. Daspo urbano per i minori violenti. Sequestro dei cellulari e divieto dei social network per chi ha più di quattordici anni. Condanne fino a due anni di carcere per i genitori che non mandano i figli minori alla scuola dell’obbligo. E stretta sull’accesso ai siti porno: per accedervi, bisognerà “certificare” che si è maggiorenni.
IL GIRO DI VITE
Eccolo, il giro di vite annunciato da Giorgia Meloni e pronto ad atterrare in Cdm questa mattina. La “bonifica” delle “zone franche” della criminalità promessa dalla premier passa anche dal “decreto Caivano”. Un testo a cui Palazzo Chigi lavora insieme al Viminale da inizio agosto. Che però il presunto stupro di gruppo da parte di alcuni minori nella periferia di Napoli, cuore di decine di piazze di spaccio all’ombra della legalità e dello Stato, ha reso più urgente. Cosa cambia d’ora in poi? Il provvedimento interviene anzitutto sulla “povertà educativa”. Ovvero sulla responsabilità di genitori e famiglie che abbandonano alla delinquenza i figli appena adolescenti. Contro di loro ci saranno regole più severe. La prima: rischierà una condanna fino a due anni di reclusione «chiunque, rivestito di autorità o incaricato della vigilanza sopra un minore, omette, senza giusto motivo, di impartirgli o di fargli impartire l’istruzione obbligatoria». In altre parole, non solo mandare a scuola i figli sarà un dovere.
IL DASPO (SOCIAL)
E allora ecco le nuove regole. Fra queste ce n’è una che farà discutere: il divieto d’uso totale o parziale dei cellulari per i minori over-14 ammoniti dal questore e condannati, «anche con sentenza non definitiva», per «delitti contro la persona, il patrimonio ovvero inerenti alle armi o alle sostanze stupefacenti». Ipotesi allo studio, di non facile realizzazione tecnica. Lo stop ai social, se passerà, non durerà «più di due anni». Per le vittime di violenza adolescenziale, invece, ci sarà la possibilità di veder cancellato definitivamente dal web «qualsiasi dato personale riguardante i fatti di reato». Nomi, volti, indirizzi. Foto e video, succede nei casi di “revenge porn”, che finiscono online per dileggiare, ricattare la vittima. O anche solo per un guadagno. Starà al gestore del sito comunicare “la presa in carico” della richiesta della vittima entro 24 ore e provvedere entro 48, pena l’intervento del Garante della Privacy.
Per i reati più gravi, e i minori recidivi, più gravi saranno le misure. È il caso del “daspo urbano”, cioè l’obbligo di allontanamento da un comune «diverso dai luoghi di residenza o di dimora abituale» disposto dal questore, per un periodo tra i sei mesi e i quattro anni, per i minori over 14 ritenuti «pericolosi per la sicurezza pubblica». I giovani destinatari di una condanna non superiore ai cinque anni, un’altra novità, potranno accedere a un percorso di reinserimento alternativo alla detenzione svolgendo gratis «lavori socialmente utili». Oggi la stretta sulle «baby gang» diventerà realtà. Un segnale a Caivano ferita dall’ennesimo episodio di violenza giovanile. E a Caivano e al Sud Italia guarda il decreto in fasce stanziando 30 milioni (gestiti da un commissario ad hoc) per il paese campano e 32 milioni di euro per le scuole del Mezzogiorno entro il 2025.
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