Ragazzo derubato della collanina da un nordafricano si uccide poco dopo: giallo nel Milanese

«Vi voglio bene»: sono le ultime parole rivolte ai genitori da Filippo (nome di fantasia), il ragazzo di 25 anni che ieri sera si è tolto la vita lanciandosi...

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«Vi voglio bene»: sono le ultime parole rivolte ai genitori da Filippo (nome di fantasia), il ragazzo di 25 anni che ieri sera si è tolto la vita lanciandosi dal secondo piano della propria abitazione a San Donato, comune a sud-est di Milano. Un gesto improvviso, inspiegabile per tutti quelli che lo conoscevano. C'è una sola ombra: una rapina subita poche ore prima di farla finita, un episodio che si era risolto anche con l'arresto dell'aggressore, un marocchino di 32 anni con precedenti e senza fissa dimora. Il tutto è avvenuto tutto ieri. 


Preparavano una rapina: vedono i carabinieri, scappano e gettano una pistola
Rapina al sushi bar, i cuochi si difendono a coltellate

Attorno alle 17 il ragazzo è stato aggredito in strada a San Donato, il nordafricano lo ha sorpreso alle spalle e lo ha accecato spruzzandogli in faccia lo spray al peperoncino. Con un gesto fulmineo gli ha strappato la collanina d'oro, un ciondolo a cui Filippo teneva molto ma dal valore abbastanza trascurabile. Il ragazzo non si è perso d'animo, appena è riuscito ad aprire gli occhi ha composto il numero del 112 e ha chiesto aiuto. Per sua fortuna una pattuglia dei carabinieri del nucleo Radiomobile era in zona, a poca distanza, e ha risposto alla chiamata così in fretta da riuscire a bloccare pochi metri dopo il marocchino. 
 

In tasca aveva ancora la collanina, che è stata restituita al proprietario incredulo per quell'esito così positivo. Il rapinatore è stato portato in caserma con l'accusa di rapina aggravata e il 25enne, dopo aver ricevuto le cure dei paramedici del 118 per «leggere lesioni», è stato accompagnato negli uffici dei carabinieri per formalizzare la denuncia. Un paio d'ore, per ora di cena era a casa con i genitori. Era certamente provato dalla giornata ma, almeno secondo quanto riferito ai militari, non ha manifestato un atteggiamento molto diverso dal solito. Dopo aver mangiato ha salutato tutti e si è congedato con quell'ultima frase: «Vi voglio bene». Alle 23, quando hanno scoperto che si era lanciato dal balcone della sua stanza, hanno capito che quelle parole erano il suo saluto. Gli investigatori sono a lavoro per capire se ci siano legami tra i due episodi che finora sono sfuggiti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino