Qatargate, Giorgi confessa: non solo Qatar e Marocco, tangenti anche dalla Mauritania

Spunta anche la pista della Mauritania nell'inchiesta a Bruxelles sui fondi versati da alcuni Paesi stranieri per ottenere trattamenti di favore al Parlamento europeo

Qatargate, Giorgi confessa: non solo Qatar e Marocco, tangenti anche dalla Mauritania
Spunta anche la pista della Mauritania nell'inchiesta a Bruxelles sui fondi versati da alcuni Paesi stranieri per ottenere trattamenti di favore al Parlamento europeo....

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Spunta anche la pista della Mauritania nell'inchiesta a Bruxelles sui fondi versati da alcuni Paesi stranieri per ottenere trattamenti di favore al Parlamento europeo. L'indagine ormai è chiamata Qatargate, dal nome della principale nazione chiamata in causa, ma l'attenzione si era già concentrata anche sul Marocco. Ora si amplia il lotto dei Paesi che avevano un rapporto con l'ex parlamentare europeo Antonio Panzeri, l'assistente parlamentare Francesco Giorgi e il parlamentare europeo Antonio Cozzolino, l'unico dei tre che però non risulta indagato.

A parlare con il magistrato belga è Giorgi, compagno della ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili. Ha raccontato, secondo un articolo de Il Fatto Quotidiano: c'era anche un accordo con la Mauritania, simile a quelli con Qatar e Marocco, «io ho affittato il mio appartamento all'ambasciatore e quella era la mia controparte: 1.500 euro più 300 di spese. Panzeri ha preso 25mila cash. Anche in Mauritania hanno un problema di immagine. Hanno ingaggiato Panzeri per avere consigli su cosa fare. Siamo andati all'ambasciata della Mauritania una settimana fa e abbiamo incontrato il loro ambasciatore e quello saudita che volevano informazioni su quello che si diceva al Parlamento Ue del loro Paese».

 

 

Il rapporto con il Qatar

Il problema non era ovviamete la consulenza sulla gestione dell'immagine del Paese africano, ma possibili ingerenze nelle istituzioni e il fatto che tutto avvenisse nell'ombra. Più ampio il rapporto con il Qatar, che tentava di sminuire l'impatto delle accuse per la violazione dei diritti dei lavoratori e le morti durante la costruzioni degli stadi (operazione tra l'altro riuscita visto che ai Mondiali tutti questi temi sono passati in secondo piano e la Fifa ha rivendicato il fatto che in Qatar si sarebbe svolta la migliore edizione di sempre della World Cup). Giorgi ha anche parlato di un misterioso mediatore in questa storia, che lavorava per il governo del Qatar, soprannominato l'algerino.

Fu lui a proporre, nel 2019, la creazione di una Ong per avere a disposizione un meccanismo apparentemene pulito in queste manovre e nei trasferimenti di denaro. Si tratta di Fight Impunity, finanziata da Human Right Foundation.

 

 

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Il Gazzettino