PARMA La sua espulsione è chiusa in un cassetto da almeno due anni,ma i vertici delMovimento Cinquestellle non si erano mai azzardati a mettersi contro Federico Pizzarotti,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
BOTTA E RISPOSTA «Siamo qui a chiederti la cortese trasmissione di copia dell’avviso di garanzia - si legge nella mail arrivata al primo cittadino - e di tutti i documenti in modo da poter chiudere al più presto l’istruttoria avviata». Trasmissione di copia dell’avviso di garanzia e istruttoria. Le parole sono mutuate dal vocabolario tribunalizio. «Forse vi siete dimenticati che sono un sindaco eletto e pubblico ufficiale» scrive Pizzarotti rispondendo allo staff e facendo intravedere la possibilità di rivolgersi alle sedi competenti. Ma per il M5S il fatto di non aver parlato dell'indagine è un «aspetto particolarmente delicato nell’imminenza delle prossime elezioni amministrative» scrive Grillo in un post.
LA STRATEGIA Il M5S parlava di principi interni violati, lo aveva fatto per la prima volta con il sindaco di Livorno Filippo Nogarin, ma dietro le quinte aveva anche promesso allo stesso che le maglie inquirenti dello staff sarebbero state larghe. Con Pizzarotti, l’improvvisato collegio giudicante del M5S ha scelto la linea del rigore. Non basta citare l’esempio del sindaco di Pomezia, Fabio Fucci che, lontano dai clamori mediatici, è stato indagato e poi assolto. Il sindaco di Parma cercava damesi un confronto, e per dimostrarlo ha pubblicato su facebook le chat senza risposta con Luigi Di Maio e Roberto Fico. L’IRA E così a due ore dalla sospensione dà fuoco alle polveri: «Chi ha fatto questa istruttoria? Uno staff anonimo a cui dovrei inviare dati sensibili che coinvolgono me e altre persone?». E visto che senza neanche una telefonata è stato messo alla porta si scaglia contro Luigi Di Maio che «è il responsabile dei comuni del M5s e in un anno non ha mai fissato un incontro con i sindaci». Ridimensiona il ruolo del nuovo reggente del Movimento, Davide Casaleggio e lo apostrofa come «il figlio di». Si fa le stesse domande che circolano tra gli attivisti: «Chi ha scritto il post contro di me? Uno staff anonimo? Ma davvero vogliamo andare al governo con l'anonimato?».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino