Pippo Franco, il figlio e la moglie rischiano il processo. «False certificazioni attestanti le avvenute vaccinazioni». Così ottenevano il Green pass
La Procura ha chiuso le indagini sui furbetti delle certificazioni sanitarie: il dottor Aveni avrebbe aiutato la famiglia dell'attore
di Michela Allegri
Falsi vaccini per ottenere il green pass, ma anche false patologie diagnosticate da medici compiacenti per fare avere ai pazienti pass per disabili, per accedere gratis alle Ztl e...
Falsi vaccini per ottenere il green pass, ma anche false patologie diagnosticate da medici compiacenti per fare avere ai pazienti pass per disabili, per accedere gratis alle Ztl e per parcheggiare in zone vietate. La Procura ha chiuso le indagini sui furbetti delle certificazioni sanitarie: il prossimo passo potrebbe essere una richiesta di rinvio a giudizio che porterebbe sul banco degli imputati 28 persone. Per quanto riguarda i finti certificati vaccinali, a rischio processo ci sono, tra gli altri, l'attore Pippo Franco, la moglie Maria Piera Bassino e il figlio Gabriele Pippo. Ad aiutarli, il dottore Alessandro Aveni.
Nel capo di imputazione si legge che avrebbe formato - per loro e per altri pazienti - «false certificazioni attestanti le avvenute vaccinazioni». L'accusa è anche quella di avere «indotto in errore il personale della Asl Regione Lazio sull'effettiva somministrazione delle prime due dosi», in modo da poter prenotare la dose booster e conseguire «indebitamente il rilascio del green pass rafforzato». Gli avvocati del conduttore, Paolo Gallinelli e Benedetto Giovanni Stranieri, hanno dichiarato: «Dimostreremo l'assoluta estraneità rispetto alle contestazioni della Procura». Deve rispondere di falso anche un altro attore, Pierluigi Concilietti: pure lui ha ricevuto un avviso di conclusione delle indagini. Stessa accusa per il medico dei vip, Antonio De Luca, e per alcuni suoi familiari: anche loro, secondo gli inquirenti, avrebbero ottenuto il green pass tramite i certificati "taroccati" rilasciati da Aveni. Ma De Luca è coinvolto anche nel secondo filone dell'inchiesta: la truffa dei falsi pass per disabili. Indagata Claudia De Pompeis, medico certificatore, che avrebbe diagnosticato a diversi pazienti «false patologie», per fare loro ottenere «il contrassegno speciale di circolazione per le persone con disabilità», si legge nel capo di imputazione. Tra i beneficiari, secondo il pm, Monica Tarentini, ex dirigente della Asl Rm1, che avrebbe prodotto a Roma servizi per la mobilità la certificazione medica, conseguendo il pass disabili e poi «facendo uso del contrassegno a carattere permanente». In questo modo sarebbe riuscita ad accedere alle Ztl senza pagare le multe, ma anche a parcheggiare negli spazi vietati. La Terentini avrebbe a sua volta accertato la disabilità di alcuni pazienti, tra i quali De Luca e alcuni suoi familiari.