Perugia, ragazza di 22 anni morta in casa: l’ipotesi di un batterio killer

PERUGIA - Un’ipotesi. Che possa spiegare una morte al momento ancora inspiegabile. Quella di una ragazza di appena 22 anni. Dramma nel dramma, ritrovata senza vita dai...

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PERUGIA - Un’ipotesi. Che possa spiegare una morte al momento ancora inspiegabile. Quella di una ragazza di appena 22 anni. Dramma nel dramma, ritrovata senza vita dai genitori al ritorno per pranzo dopo una mattinata di lavoro. Genitori che meritano di sapere perché la loro Michela non c’è più.E allora dopo aver escluso una morte violenta, ma anche un decesso causato da un qualcosa di improvviso o dal coronavirus, ecco spuntare un’altra ipotesi: quella cioè che la ragazza possa essere stata vittima di un’infezione. Una sorta di batterio-killer che potrebbe aver causato la morte in modo così inaspettato. Un’ipotesi, va ancora ribadito, tra quelle al vaglio per provare a spiegare il decesso. Per questo motivo, nel corso dell’autopsia svolta lo scorso 5 gennaio dal medico legale Laura Panata sono stati prelevati campioni per gli esami di tipo istologico e batteriologico che saranno svolti dalla dottoressa Paola Melai. Una strada da percorrere, ma ovviamente in questa fase tutti gli elementi vengono presi in considerazione. Va ricordato come, prima dello svolgimento dell’esame autoptico, il sostituto procuratore Gemma Miliani ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo.

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I FATTI

Il dramma esplode nell’abitazione di Elce intorno a mezzogiorno di san Silvestro. Mamma e papà della ragazza, appena 22 anni, rientrando a casa dal lavoro la trovano senza vita. Nonostante lo choc e un dolore straziante, si mettono a disposizione dei carabinieri e dell’autorità giudiziaria per provare a ricostruire le ultime ore di vita della giovane. Emerge il fatto che la ventiduenne da qualche giorno fosse malata, non si sentisse bene a causa di dolori muscolari. Proprio per questo motivo il medico di famiglia le aveva prescritto un farmaco a base di cortisone. I militari intervenuti stabiliscono anche un’altra cosa importante, e cioè che nell’appartamento non ci sono segni di effrazione e che la ragazza non presenta segni di una morte per mano di un’altra persona o per altre cause violente. Viene disposto un tampone per stabilire se la ragazza possa aver riscontrato una positività al Covid-19, ma l’esito è negativo. Ora questa nuova ipotesi, ovviamente ancora tutta da dimostrare sulla base delle risultanze che arriveranno dagli accertamenti svolti in sede di autopsia.

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Il Gazzettino