Continua in Sardegna la protesta del latte, dopo il crollo del prezzo e la mobilitazione dei pastori sardi in tutta la Regione. Decine di pastori, per protesta, hanno sversato in...
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«Non gettate il latte di pecora, piuttosto datelo in beneficenza», hanno chiesto. E già alcuni pastori in alcuni comuni hanno risposto a questo invito regalando latte, ricotta e formaggi ai più bisognosi. «Perché tanto spreco? Molti poveri ne hanno bisogno», aveva detto l’arcivescovo Gianfranco Saba, scrive il Corriere della Sera. A Samugheo (Oristano) il latte è stato consegnato a case di riposo e scuole, mentre a Fonni e Tonara (Nuoro) sono stati donati ricotta e formaggio alle famiglie in difficoltà.
LA PROTESTA CONTINUA Intanto la protesta continua, nessuno stop e nessuna tregua: i pastori continuano con blitz e presidi. La proposta del ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio di sospendere la protesta sino al 21 febbraio, data del tavolo di filiera convocato a Roma, non sarà presa in considerazione. «In realtà nell'incontro con noi- spiega all'ANSA Felice Floris, leader del Movimento dei pastori sardi - questa proposta non ci è stata nemmeno riferita. Noi vogliamo fatti. E, anzi, vorremmo che la situazione fosse risolta ben prima del 21 perché ogni giorno è prezioso. Abbiamo ascoltato, speriamo che si trovi una soluzione. Ma i pastori voglio risposte concrete». Domani dovrebbe essere in programma invece la riunione promossa dalla Regione per decidere il prezzo minimo del latte dopo il rinvio della scorsa settimana. «Ma ancora - dice Floris - noi non sappiamo nulla».
APPELLO ALLE SCUOLE E ALLE IMPRESE Si estende alle scuole e alle imprese commerciali la solidarietà per la guerra del latte messa in campo dai pastori sardi a causa del crollo del prezzo del prodotto, pagato per ora circa 60 centesimi al litro.
GETTATO IN STRADA UN MILIONE DI LITRI Circa un milione di litri di latte è stato lavorato per essere dato in beneficienza, dato in pasto agli animali o gettato per colpa dell'atteggiamento irresponsabile degli industriali che ha portato i pastori all'esasperazione di fronte a compensi inferiori a 60 centesimi al litro, al di sotto dei costi di produzione. È quanto stima la Coldiretti in occasione della manifestazione davanti a Piazza Montecitorio a Roma dove i pastori sardi hanno denunciato alle Istituzioni nazionali la tragedia del latte di pecora e chiesto di procedere immediatamente al commissariamento del Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop, responsabile con le sue scelte del crollo del mercato che ha messo in ginocchio gli allevatori.
I pastori hanno manifestato la propria rabbia davanti a cittadini e parlamentari con cori e grande striscione sul quale si leggeva «Rispetto per la tragedia dei pastori sardi» ma chiedono anche provvedimenti immediati contro chi specula sul prezzo: «Pastori alla fame: commissariamo il Consorzio del pecorino Romano» si legge in un cartello. «Attendiamo che l'associazione industriali proponga a tutti i pastori della Sardegna il prezzo del latte che non ha voluto né trattare né modificare in questi mesi rimanendo sordo e indifferente alle proposte avanzate», afferma la Coldiretti, nel sottolineare che merita una risposta chi si sveglia alle 5 del mattino tutti i giorni per mungere e ottenere da ogni pecora circa un litro di latte al giorno che viene pagato pochi 60 centesimi al litro, una elemosina che non copre neanche i costi di allevamento. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino