L'auto prende fuoco dopo l'incidente: padre e figlioletta muoiono intrappolati

Avrebbe dovuto essere una domenica in famiglia. Mamma, papà e le due figlie piccole, diretti nel pinerolese per un piccolo raduno di auto d'epoca. Una gita tutti...

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Avrebbe dovuto essere una domenica in famiglia. Mamma, papà e le due figlie piccole, diretti nel pinerolese per un piccolo raduno di auto d'epoca. Una gita tutti insieme che è diventata tragedia. Questa mattina, poco prima delle 9, Giuseppe Pennacchio, 42 anni, è morto con la figlia Nicole, di appena 6 anni, in un incidente sull'autostrada Torino- Pinerolo. L'uomo e la piccola sono rimasti intrappolati nell'auto, una Mini Cooper che ha preso fuoco dopo un tamponamento con una Toyota Verso guidata da un uomo di 55 anni ora ricoverato all'ospedale di Pinerolo. 


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Anche la Toyota è stata avvolta dalle fiamme. Il rogo davanti agli occhi impotenti della moglie e madre delle due vittime. La donna viaggiava su un'altra Mini Cooper insieme alla figlia più piccola, di soli 4 mesi. Ha cercato di avvicinarsi, nel tentativo di salvare il marito e la bambina. Ma l'incendio non glielo ha permesso e la donna non ha potuto fare altro che chiamare i soccorsi. La vittima aveva raggiunto il chilometro 17, quasi all'altezza dell'uscita per Riva di Pinerolo, quando, probabilmente per controllare l'auto, si è fermato sulla corsia d'emergenza. È sceso. Poi è risalito ed è ripartito. 
   
Nell'immettersi sulla carreggiata principale, è stato tamponato dalla Toyota. Dai primi accertamenti sembra che a scoppiare sia stato il serbatoio. E la Mini Cooper su cui Gianluca e Nicole viaggiavano - la grande passione del papà - si è rivelata una trappola mortale. L'esatta dinamica dell'accaduto e le eventuali responsabilità sono ora al vaglio della polizia stradale che oggi, per effettuare i rilievi e consentire i passaggi dei mezzi di soccorso, ha chiuso l'autostrada proprio all'altezza di Riva di Pinerolo. 
 

«Mi si stringe il cuore, non posso crederci. Li affido a Dio», dice un'anziana vicina di casa della famiglia che, da quando ha appreso la notizia, continua a pregare. «Qui ad Orbassano - spiega - erano arrivati da tre anni. Lui era originario di Avellino. Li incontravo spesso, con quelle bimbe così sorridenti». Oggi avrebbero dovuto partecipare a un raduno al castello di Macello, comune di circa 1.600 abitanti nel pinerolese. Un'iniziativa piccola, poco pubblicizzata, di quelle pensate per trascorrere una domenica in famiglia. Proprio come voleva fare papà Gianluca.​ Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino