Ncc, il governo frena e i tassisti bloccano il servizio a Termini

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l maxiemendamento passato all’ora di pranzo aveva scontentato tutti, tassisti e noleggiatori, che da giorni avevano dato vita a un braccio di ferro col governo per rivendicare ciascuno i propri diritti. Con la città paralizzata e nuovamente in ostaggio per un giorno intero. Difficile trovare un’auto bianca, con turisti e pendolari lasciati a terra. Poi lo stralcio (arrivato in serata) della norma sugli Ncc che avevano promesso di «fare come i gilet gialli», ha infiammato la rabbia dei tassisti che hanno subito bloccato il servizio alla stazione Termini e all’aeroporto di Fiumicino. Ma tutto può ancora cambiare, fino all’ultimo minuto utile (addirittura con un cmd notturno per risolvere proprio il nodo Ncc). Intanto, però, è andato in scena il solito copione di questi giorni: prima le proteste (anche con le bandiere di M5S e Lega bruciate in piazza) poi la “serrata” intorno all’ora di cena. Un’altra giornata di passione per i romani, dopo l’assedio a piazza Venezia dei pullman turistici, il nuovo blocco degli Ncc sulla Roma-Fiumicino e sulla Colombo. 


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LE BARRICATE
Ieri, come venerdì scorso del resto, sulle rispettive barricate c’erano i due fronti contrapposti: taxi da una parte, Ncc dall’altra. In mezzo, i cittadini, tra disagi e impossibilità di trovare una vettura disponibile. Giornata scandita dai colpi di scena. E, di conseguenza, con la “temperatura” della piazza che saliva (o scemava) a seconda degli eventi. La norma anti-Ncc, in serata, era sparita: «Da un’analisi sul comma 160bis, il governo ha fatto una valutazione: potrebbe comportare costi aggiuntivi e quindi una mancanza di copertura. Per questi motivi il governo ne chiede uno stralcio», spiegava il sottosegretario Massimo Garavaglia. A quel punto, con gli Ncc “tranquillizzati”, è scattata la rivolta dei tassisti: piazzali vuoti a Termini e a Fiumicino, nonostante l’appello di alcuni sindacalisti della categoria. La giornata era comunque partita con le due piazze contrapposte: i tassisti a pochi metri dal Senato, che se la prendevano con il governo. «Ci sentiamo traditi, avevamo grandi aspettative, tutte disattese», dice Alessandro Atzeni, delegato di Fit Cisl Lazio. Contemporaneamente gli Ncc, nuovamente in versione gilet gialli, si erano mossi in corteo dall’Esquilino verso Montecitorio, bloccando una parte del Centro. «Con le modifiche che vuole il governo l’80% delle imprese saranno impossibilitate a operare», dice Giulio Aloisi di Anitrav prima che la norma fosse stralciata. Poi la minaccia: «Se le cose non cambiano diventeremo i gilet gialli italiani». “Congelata” la riforma, in un infinito rimpallo di accuse e rivendicazioni, il fronte si è ri-spostato sui taxi. Dopo le 20 all’aeroporto di Fiumicino c’erano solo 15 auto bianche «vista la situazione si va verso il fermo del servizio, invitiamo i colleghi di riprendere a lavorare», dice Alessandro Genovese leader dell’Ugl taxi nazionale. Tutto inutile: lo stop è proseguito. Immediata la polemica politica. Critico sulla decisione Vasco Errani (Leu): «Che si tolga il comma sugli Ncc è un fatto politico, non di copertura e per questo non è dentro il regolamento. È un vulnus». Sulla stessa linea Antonio Misiani capogruppo Pd in commissione: «È una scelta politica».

LA RELAZIONE TECNICA

Finita? Non ancora. La norma sugli Ncc, nella notte, è rispuntata sotto forma di decreto del consiglio dei ministri. E solo dopo la sua eventuale approvazione se ne capirà il contenuto nei minimi dettagli. E, a seconda del testo finale, si annuncia una domenica (anti-vigilia di Natale) di passione per i romani. Sia che vengano scontentati gli Ncc, sia che restino delusi i tassisti.
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Il Gazzettino