l maxiemendamento passato all’ora di pranzo aveva scontentato tutti, tassisti e noleggiatori, che da giorni avevano dato vita a un braccio di ferro col governo per...
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Manovra, bagarre in commissione Bilancio: seduta sospesa
LE BARRICATE
Ieri, come venerdì scorso del resto, sulle rispettive barricate c’erano i due fronti contrapposti: taxi da una parte, Ncc dall’altra. In mezzo, i cittadini, tra disagi e impossibilità di trovare una vettura disponibile. Giornata scandita dai colpi di scena. E, di conseguenza, con la “temperatura” della piazza che saliva (o scemava) a seconda degli eventi. La norma anti-Ncc, in serata, era sparita: «Da un’analisi sul comma 160bis, il governo ha fatto una valutazione: potrebbe comportare costi aggiuntivi e quindi una mancanza di copertura. Per questi motivi il governo ne chiede uno stralcio», spiegava il sottosegretario Massimo Garavaglia. A quel punto, con gli Ncc “tranquillizzati”, è scattata la rivolta dei tassisti: piazzali vuoti a Termini e a Fiumicino, nonostante l’appello di alcuni sindacalisti della categoria. La giornata era comunque partita con le due piazze contrapposte: i tassisti a pochi metri dal Senato, che se la prendevano con il governo. «Ci sentiamo traditi, avevamo grandi aspettative, tutte disattese», dice Alessandro Atzeni, delegato di Fit Cisl Lazio. Contemporaneamente gli Ncc, nuovamente in versione gilet gialli, si erano mossi in corteo dall’Esquilino verso Montecitorio, bloccando una parte del Centro. «Con le modifiche che vuole il governo l’80% delle imprese saranno impossibilitate a operare», dice Giulio Aloisi di Anitrav prima che la norma fosse stralciata. Poi la minaccia: «Se le cose non cambiano diventeremo i gilet gialli italiani». “Congelata” la riforma, in un infinito rimpallo di accuse e rivendicazioni, il fronte si è ri-spostato sui taxi. Dopo le 20 all’aeroporto di Fiumicino c’erano solo 15 auto bianche «vista la situazione si va verso il fermo del servizio, invitiamo i colleghi di riprendere a lavorare», dice Alessandro Genovese leader dell’Ugl taxi nazionale. Tutto inutile: lo stop è proseguito. Immediata la polemica politica. Critico sulla decisione Vasco Errani (Leu): «Che si tolga il comma sugli Ncc è un fatto politico, non di copertura e per questo non è dentro il regolamento. È un vulnus». Sulla stessa linea Antonio Misiani capogruppo Pd in commissione: «È una scelta politica».
LA RELAZIONE TECNICA
Finita? Non ancora.
Il Gazzettino