C'era anche un ragazzino di appena 12 anni tra i tre fratelli di etnia rom che una domenica dello scorso giugno, a Massa Lubrense, sulla Costiera sorrentina, hanno commesso...
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I fratelli, secondo quanto accertato dai militari di Massa Lubrense e di Sorrento, sono giunti in costiera a bordo di una vettura appositamente acquistata, risultata intestata un prestanome. Grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza è stato possibile ricostruire l'itinerario della banda, dal loro arrivo in Costiera fino alla ripartenza per il campo rom della provincia a Nord di Napoli dove poi sono stati rintracciati e bloccati. La banda, sostengono gli investigatori, avrebbe avuto il supporto di qualcuno in loco: i tre, infatti, erano a conoscenza della disabilità del proprietario, un professionista napoletano di mezza età, ed hanno sfruttato il suo punto debole, attendendo tutta la mattinata che sua sorella e suo cognato uscissero prima di entrare in azione, nel pomeriggio.
Una volta in casa, i due fratelli più grandi hanno subito preso di mira il disabile: lo hanno scaraventato a terra dalla sua sedia a rotelle e poi picchiato con violenza, all'addome e alla testa, per costringerlo a consegnare le chiavi del caveau e a rivelare la sua ubicazione. L'uomo è stato poi affidato al più piccolo, di appena 12 anni, il quale, armato di un grosso cacciavite, lungo 30 centimetri, come se nulla stesse succedendo, ha allacciato una tranquilla conversazione in ottimo italiano, con la vittima - terrorizzata e sanguinante - chiedendo notizie sulla sua famiglia e sui suoi problemi di salute, il tutto mentre rovistava nei cassetti: «hai famiglia? Che fanno i tuoi figli? Quanti anni hanno? Vivono con te?» Intanto gli altri due razziavano argenteria, soldi e monili. Finito il lavoro i tre si sono rimessi in macchina e sono tornati a casa.
L'uomo, malgrado le percosse, è riuscito a chiamare i carabinieri che giunti sul posto hanno trovato il professionista coperto di sangue.
Il Gazzettino