Tony Pendenza muore a 53 anni dopo l'intervento alla colecisti: scatta l'inchiesta

Tony Pendenza
Era entrato in ospedale, ad Avezzano, con dolori all'addome e per essere sottoposto a un intervento alla colecisti, ma la sua degenza si è trasformata ben presto in...

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Era entrato in ospedale, ad Avezzano, con dolori all'addome e per essere sottoposto a un intervento alla colecisti, ma la sua degenza si è trasformata ben presto in un’odissea, fino a condurlo alla morte, avvenuta martedì 30 novembre, nell’ ospedale romano del San Camillo. Adesso, sul caso di un uomo di 53 anni, Antonio detto Tony Pendenza, di Avezzano, un tecnico molto conosciuto e apprezzato che lavorava all’ Aquila, la procura della Repubblica di Avezzano ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio colposo (al momento contro ignoti), atto necessario per consentire lo svolgimento dell’autopsia sulla salma del paziente deceduto, per accertare eventuali responsabilità od omissioni da parte del personale medico che ha avuto in cura il 53 enne.

L’esame è stato eseguito l’altro giorno al San Camillo dal medico legale, subito dopo è stata rilasciata la salma per lo svolgimento dei funerali che si terranno oggi pomeriggio, alle 15, nella chiesa della Santissima Trinità , dopo il rito funebre la sepoltura avverrà nel cimitero di Avezzano. Lascia la moglie Barbara, e le figlie, Beatrice ed Eleonora, ambedue studentesse universitarie.

La ricostruzione. La moglie e le figlie hanno presentato alla Procura una circostanziata denuncia e agli atti dell’inchiesta che sta muovendo i primi passi, c’è la ricostruzione di oltre un mese di sofferenze e patimenti come l’hanno testimoniata i familiari, a partire da quell’intervento avvenuto nel reparto dell’ospedale di Avezzano. L’operazione era stata eseguita a Chirurgia ma quello che avrebbe dovuto rivelarsi un normale decorso post operatorio, aveva subito presentato delle complicazioni.

In particolare, secondo la denuncia, le condizioni dell’uomo invece di migliorare («Tra qualche giorno sarà dimesso», dissero i medici ai familiari uscendo dalla sala operatoria), erano andate subito peggiorando, tanto da costringere i sanitari ad un nuovo intervento, segno evidente che qualcosa non era andato per il verso giusto. Le condizioni del paziente infatti non sembravano migliorare anzi col passare dei giorni si sarebbero aggravate tanto da decidere il trasferimento d’urgenza all’ospedale romano del San Camillo dove appunto è morto.

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Il Gazzettino