Milano, i residenti del palazzo in fiamme: «Pannelli sciolti come burro, noi fuggiti in mezzo al fumo»

Nella marea di persone assiepate in strada davanti al palazzo di via Antonini, sono le lacrime a rivelare chi ci viveva dentro. E forse proprio loro, i residenti, sono tra i...

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Nella marea di persone assiepate in strada davanti al palazzo di via Antonini, sono le lacrime a rivelare chi ci viveva dentro. E forse proprio loro, i residenti, sono tra i pochissimi a non filmare la scena, quel palazzo di 18 piani nella zona sud di Milano che una volta era bianco e che ora è diventato uno scheletro di lamiere annerite. Con i pannelli esterni «fusi come il burro», come racconta uno degli abitanti dell'edificio.

 

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«Fa troppo male», dice un ragazzo poco più che ventenne. «Tutto quello che mi resta è in questo zaino nero che ho sulle spalle e i vestiti che indosso. Per fortuna siamo riusciti a salvare la nostra cagnetta, ma non tutti sono stati così fortunati». Si riferisce a un'altra famiglia che vive al 15esimo piano, quello da cui sembra sia partito il rogo, che avrebbe perso i 2 gatti. «Altri condomini mi hanno raccontato di aver sentito gli animali che graffiavano dietro la porta per uscire. Ma non potevano aprire. Sto malissimo al pensiero», continua portandosi la mano al viso per trattenere il pianto.

 

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«C'è chi ha perso la casa, noi abbiamo perso il lavoro», raccontano con rammarico i dipendenti di un grande negozio di giocattoli che si trova sotto il palazzo in fiamme e che è stato investito dai detriti precipitati. «Non sappiamo in che condizioni sia il negozio, ma dalla posizione e dalla quantità di materiale caduto immaginiamo che sia tutto distrutto», spiega una commessa con gli occhi arrossati dalle lacrime. «Questa era casa nostra, ci passavamo praticamente 12 ore al giorno. Ho immaginato di andar via da questo posto per mille motivi ma mai per questo inferno». Sono tante le testimonianze che si accavallano nei giardinetti dove si sono riuniti i residenti. Molti non riescono a parlare, altri sono rabbiosi. Si abbracciano. «Ci avevano detto che i pannelli che ricoprivano il palazzo erano ignifughi, invece sono bruciati rapidamente come fossero burro», racconta una donna che stringe forte il suo cagnolino senza guinzaglio.

 

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Nella fretta della fuga lo ha dimenticato e teme possa scapparle. «Saranno i tecnici a fare una verifica, ma ricordo perfettamente che ci avevano detto che i pannelli erano resistenti al fuoco. Macchè, sono bruciati in pochi minuti». Parole confermate dal racconto di una vicina. «Io ero in terrazzo, abito ad in piano medio alto e ho visto arrivare dei calcinacci infuocati da sopra. Ho alzato lo sguardo e ho visto che su c'erano delle fiamme e ho chiamato i vigili del fuoco che mi hanno detto di uscire subito - ha aggiunto - . Insieme a me ho visto che stava lasciando il palazzo un'altra persona. Il palazzo credo che sia del 2000 ma io sto lì da due anni in affitto». Con sé ha la gabbietta col proprio gatto, l'unica cosa portata in salvo, come lo zaino del ragazzo incontrato all'inizio. «Fortunatamente stasera ho chi mi accoglie». Non tutti possono dire la stessa cosa.

 

 

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Il Gazzettino