Corpo carbonizzato e smembrato, giallo sull'identità a Milano. «Servirà l'autopsia»

Al vaglio ci sono tutte le denunce di persone scomparse in tutt'Italia. Da queste potrebbero venire indicazioni per dare un nome a quel corpo, presumibilmente di un uomo - ma...

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Al vaglio ci sono tutte le denunce di persone scomparse in tutt'Italia. Da queste potrebbero venire indicazioni per dare un nome a quel corpo, presumibilmente di un uomo - ma anche su questo non c'è certezza - trovato fatto a pezzi e carbonizzato nella tarda serata di ieri dai vigili del fuoco, al termine dello spegnimento di un incendio in via Cascina dei prati, alla periferia nord di Milano, nel quartiere della Bovisasca. Al momento del macabro ritrovamento al cadavere mancavano la testa, parte delle braccia e delle gambe, amputate all'altezza delle ginocchia. 


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Le parti mancanti sono state trovate a poca distanza dal corpo, che giaceva a lato di un gabbiotto usato per la raccolta dei rifiuti condominiali, e che solitamente è chiuso a chiave. Sul posto sono stati trovati anche una tanica nera e una bombola di gas, che non è esplosa e che i vigili del fuoco hanno spostato per precauzione. Le indagini degli agenti della Squadra Mobile sono procedute a ritmo serrato per tutta la giornata. Sono stati sentiti alcuni degli abitanti dei palazzi della zona, dal momento che chi ha deciso di bruciare il cadavere smembrato lo ha fatto in un luogo tra numerose abitazioni, con il rischio di essere visto mentre lo trasportava, presumibilmente in sacchi andati liquefatti per le fiamme.
 
Sembra che il luogo non sia coperto da telecamere ma qualche elemento potrebbe venire da quelle nei dintorni ai palazzi popolari in cui non mancano i problemi per la storica presenza di persone note alle forze dell'ordine. Ieri sera, però, quando si è capito di che cosa si trattava, dopo che i vigili del fuoco avevano spento le fiamme, regnava lo sbigottimento tra i residenti. «In passato ci sono stati problemi di spaccio qui - racconta un abitante - ma una cosa di questo genere non si era mai vista. È stato qualcuno venuto da fuori».


Il gesto rimane tutto da interpretare: c'è chi ritiene difficile che un delitto così efferato possa essere legato a un regolamento di conti nell'ambito dello spaccio di stupefacenti nei dintorni: nessun interesse per degli spacciatori ad attirare l'attenzione delle forze dell'ordine, come puntualmente accaduto, mentre le modalità fanno pensare a un gesto dimostrativo che è tipico di altro genere di criminalità. Oppure un omicidio avvenuto in tutt'altro ambito, magari tra conoscenti, al termine di una lite, il cui autore ha perso la testa, sezionando il corpo e portandolo nella disadorna piazzuola per dare fuoco ai resti. Si potrà capire quale ipotesi ha maggior concretezza, salvo colpi di scena, solo dopo l'autopsia sui resti e altri esami che dovranno stabilire da quanto tempo la vittima era stata uccisa, in che modo, e come l'assassino abbia sezionato il cadavere per poi bruciarlo fino a renderlo irriconoscibile.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino