«La mia decisione di entrare in porto con la Seawatch3 dopo 17 giorni in mare senza ricevere risposta non fu una provocazione come molti hanno detto. Ma...
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«La ricerca ed il salvataggio in mare sono operazioni che rientrano nel diritto internazionale, non so come abbia fatto l'Italia ad approvare una legge che non rispetta il diritto internazionale», ha detto in un altro passaggio del suo discorso la comandante, «Basta con i discorsi d'odio perché hanno un impatto diretto sui cittadini». Per le inchieste penali che la vedono coinvolta in Italia «sono tranquilla», ha fatto però sapere Rackete, perché «sono giustificata dalla legge e dalla morale»
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E ancora: «Provo tristezza in questo anniversario in cui si ricorda la perdita di oltre 300 vite umane nel Mediterraneo centrale, perché l'Unione europea ricorre sempre più all'esternalizzazione dei salvataggi con deleghe a Paesi in guerra come la Libia, violando le leggi internazionali». «Il nostro caso come quello di altre ong sottolinea la necessità di affrontare la situazione dei salvataggi in mare a livello europeo, che non può essere lasciata a negoziati ad hoc».
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Il discorso della "capitana" ha ricevuto l'avvallo del Parlamento Europeo, che lo ha abbracciato con una standing ovation lunga dieci minuti. Dure le parole di Matteo Salvini che, a margine di una visita in un'azienda di Bastia Umbra, è tornato all'attacco della Rackete: «In un Paese civile una che ha rischiato di uccidere cinque militari italiani in servizio sarebbe in galera e non in Parlamento europeo a dare o fare lezioni. Si occupasse della sua Germania che all'Italia e agli italiani ci pensiamo noi». E dalle fila degli europarlamentari di Carroccio e FdI sono piovuti commenti che bollavano l'incontro come «inaccettabile» e «indegna sceneggiata», con accuse di parzialità al Parlamento europeo, che ha «imbavagliato» partiti che rappresentano milioni di italiani.
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Intanto dall'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa è arrivato l'appello per una nuova missione navale dell'Ue per i salvataggi nel Mediterraneo, ma con gli italiani spaccati sul voto finale: Pd a favore, M5S astenuto, Lega e Fi contrari. E mentre il commissario Ue uscente per le Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, è andato ad Ankara con i ministri dell'Interno di Francia e Germania, Christophe Castaner e Horst Seehofer, per correre ai ripari dopo i nuovi picchi di arrivi in Grecia, dalle statistiche di Eurostat è emerso che l'Italia, nel 2018, è stato il primo Paese nell'Ue, con 41.900 domande, per le richieste ricevute dagli Stati partner di trattare le procedure di asilo,
in base al regolamento di Dublino, secondo il quale è il Paese di primo ingresso dei migranti a doversi far carico dell'iter. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino