Meno immigrazioni, più italiani all'estero, questi i dati Istat 2019. Aumentano i connazionali che si trasferiscono all'estero, diminuiscono invece gli immigrati...
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La destinazione preferita è il Regno Unito e la regione in assoluto con più partenze è la Lombardia. Ma è soprattutto il Sud a essere depauperato di risorse umane preziose, anche a vantaggio delle regioni del Centro-Nord: solo l'anno scorso ha perso oltre 16mila laureati, oltre la metà (8500) provenivano da Sicilia e Campania. È il quadro, per certi aspetti sorprendente, che emerge dal report dell' Istat sulle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche della popolazione residente relativo al 2018.
Le iscrizioni anagrafiche dall'estero (immigrazioni) sono state circa 332 mila, per la prima volta in calo rispetto all'anno precedente (-3,2%) dopo i costanti incrementi registrati tra 2014 e 2017.
E la Lombardia è la meta di un immigrato su 5. Per quanto riguarda invece il fenomeno inverso, cioè le cancellazioni anagrafiche dovute al trasferimento all'estero, nel 2018 sono state 157mila (+1,25 nel 2017) e quasi 3 su 4 hanno riguardato emigrati italiani. A spiegare la ripresa dell'emigrazione sono le difficoltà del mercato del lavoro in Italia , soprattutto per giovani e donne, ma anche il mutato atteggiamento nei confronti del vivere in un altro Paese, proprio delle generazioni nate e cresciute nell'epoca della globalizzazione, che spinge i giovani più qualificati a investire con maggior facilità il proprio talento nei paesi esteri in cui sono maggiori le opportunità di carriera e di retribuzione.
E se è il Regno Unito ad accogliere la maggioranza degli italiani che vanno all'estero (21 mila), fanno la loro parte anche Germania (18 mila), Francia (circa 14 mila), Svizzera (quasi 10 mila) e Spagna (7 mila). Mentre tra i paesi extra-europei, le principali mete di destinazione degli emigrati italiani sono Brasile, Stati Uniti, Australia e Canada (nel complesso 18 mila).
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Il Gazzettino