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Dal nostro inviato a Hiroshima - Pronti, via. Nel giorno d’apertura di un G7 a cui è stata ufficializzata la presenza di Volodymyr Zelensky, quella appena conclusa in Giappone è stata una mattinata impegnativa per Giorgia Meloni. Prima di prendere parte alla sessione di lavoro sull’economia globale e di apporre una frase celebrativa alla base della stele che commemora le vittime dell’attacco nucleare del 1945, la premier ha avuto un duro botta e risposta con il primo ministro canadese Justin Trudeau sui diritti delle famiglie arcobaleno. All’inizio del bilaterale, nel solo momento in cui ai cronisti canadesi è stato concesso di essere presenti, Trudeau si è detto “preoccupato da alcune" delle posizioni "che l'Italia sta assumendo in merito ai diritti Lgbt". Un affondo riferito allo stop delle registrazioni presso i comuni dei figli delle coppie omogenitoriali che a marzo scatenó la reazione delle istituzioni europee. Parole che, come mostrano le immagini pubblicate, ha visibilmente contrariato la premier. Tant’è che anche la nota ufficiale dell’esecutivo canadese spiega come Meloni abbia “risposto che il suo governo sta seguendo le decisioni dei tribunali e non si sta discostando dalle precedenti amministrazioni". Un caso che, con ogni probabilità, avrà qualche strascico nelle prossime ore.
Intanto Meloni è intervenuta anche alla prima sessione dei lavori al tavolo su "Economia Globale", sottolineando la necessità di svincolarsi dalla coercizione economica che alcune potenze - soprattutto la Cina - esercitano nel comparto tecnologico. “C’è stata una lettura superficiale dei rischi della globalizzazione, si sono rafforzate le autocrazie, le democrazie si sono indebolite.
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Il Gazzettino