OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Solo «ingressi regolari, sostenibili, ma in numero adeguatamente ampio» possono «stroncare il crudele traffico di esseri umani». Solo «un impegno finalmente concreto e costante dell’Unione europea» e il sostegno «ai Paesi di origine dei flussi» può affrontare una sfida globale che non si cancella con «muri o barriere». Soppesa ogni parola Sergio Mattarella. E di tanto in tanto deve riprendere fiato, il presidente della Repubblica, travolto da otto applausi scroscianti della platea del Meeting di Rimini. L’appello per una gestione regolare e più umana dei flussi migratori è tra i passaggi politicamente più delicati del discorso che per mezz’ora il Capo dello Stato ha pronunciato alla kermesse annuale di Comunione e Liberazione. Un discorso di ampissimo respiro, che parte dall’amicizia come «vocazione incomprimibile» dell’uomo - il leit motiv di questa edizione - e si allarga alla guerra in Ucraina, «non smetteremo di cercare una pace giusta» fino alla difesa della Costituzione italiana. Intervallato da tante citazioni del “pantheon” del presidente, da Hobbes a Franklin, e poi ancora Giusppe Dossetti, papa Francesco, il filosofo napoletano Filangieri, il suo vescovo di gioventù. Vola alto Mattarella ma senza astrarsi dall’attualità che segna l’agenda politica: le «contrapposizioni ideologiche di caratteri etnici», il rigurgito di «anacronistici nazionalismi» in Europa, i giovani alla prova dei social network che rischiano di trasformarsi in una «somma di solitudini». E appunto, la crisi migratoria che incombe sulle coste italiane.
Manovra, dal prezzo basso del gas il governo può risparmiare 1 miliardo
IL MONITO
Non bastano numeri e percentuali a dare un senso al dramma umano dietro l’esodo, dice Mattarella. Nel suo studio al Quirinale ha appeso un disegno (è del fumettista Makkox) che raffigura un migrante adolescente trovato sul fondale del Mediterraneo con in tasca una pagella, racconta commosso.
Mattarella richiama anche «lutti, devastazioni, crudeltà e sofferenze» della dittatura fascista. Per poi rievocarli nel pomeriggio ad Argenta, Ferrara, rendendo onore nel centenario dalla sua morte alla figura di don Giovanni Minzoni, sacerdote ucciso dalle squadracce nere di Italo Balbo. Alla politica è rivolto l’invito a cercare nella Costituzione «la risorsa a cui attingere per superare, insieme, le barriere e gli ostacoli». Senza sognare di stravolgerla se non tramite «singoli emendamenti puntuali» perché la Carta, qui Mattarella cita il maestro Dc Dossetti, è un «punto di riferimento» specialmente «nei momenti di confusione o di transizione indistinta». E non è difficile scorgere un monito sull’autonomia differenziata leghista, ma anche sulla riforma presidenzialista cara alla destra. C’è spazio per un pensiero all’Emilia-Romagna ancora ferita dall’alluvione – in prima fila ci sono il governatore Stefano Bonaccini e il commissario alla ricostruzione Figliuolo, si incontrano a pranzo – l’appello è a «non lasciare soli» i suoi cittadini perché la ripartenza della Regione «è una priorità per l’intera Italia».
Mattarella chiude rivolgendosi ai giovani (e si concede un selfie con i volontari di PizzaAut): «Impedite che i social vi catturino, producendo una somma di solitudini, non rinunciate alle relazioni personali, l’incontro personale, l’affetto di un amico». Sono loro, i giovani del Meeting, a scortare verso l’uscita l’ospite d’onore in un corteo d mani intrecciate. Un ultimo coro, il presidente sorride e scompare dietro i vetri scuri dell’auto blu.
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino