«È sempre tempo di Resistenza». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebra il 25 aprile al teatro civico di Varallo, nel vercellese, tra le...
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E guastato in alcune città dalle contestazioni. A Milano momenti di tensione si vivono al passaggio della Brigata ebraica in piazza San Babila, abituale luogo di ritrovo di associazioni per la liberazione della Palestina: «Fascisti», «fuori i sionisti dal corteo», sono alcuni degli insulti. Giovanni Toti viene fischiato a Genova quando cita i marò («Una cristillina espressione di democrazia», smorza i toni il governatore ligure). E Valeria Valente, candidata Pd a sindaco, aggredita con insulti da alcuni antagonisti, deve abbandonare il corteo a Napoli («Torneremo in piazza», promette).
A Portoferraio, all'Elba, il Comune non organizza celebrazioni e Sinistra italiana annuncia un'interrogazione parlamentare per chiedere il perchè. A Lavello (Potenza) viene strappata la bandiera europea vicino al monumento dei Caduti e disegnata una svastica. «L'antifascismo è elemento costitutivo e irrinunciabile della nostra società. Giusto tenere alta la guardia», afferma il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che in mattinata è all'altare della patria con le più alte cariche dello Stato. Tutti i partiti, sottolinea, si riconoscono «nei valori della Costituzione». Ed è improprio, soprattutto guardando al confronto con il fascismo, parlare di «deriva autoritaria» per la riforma costituzionale del governo: «Non cambiamo neanche i poteri del governo». Ma la presidente della Camera Laura Boldrini, da Genova, ricorda più in generale che «le istituzioni sono nate dalla Resistenza e vanno difese. Il Parlamento, i partiti e i sindacati devono rinnovarsi ma non vanno demoliti». In questo 2016 l'immagine che più ritorna nelle celebrazioni è quella dei fili spinati e dei muri che si vanno costruendo in Europa per fermare i migranti. «I partigiani, che erano pronti al sacrificio della loro vita per la libertà, oggi sarebbero dalla parte dei profughi», sottolinea il presidente del Senato Pietro Grasso. E il ministro Maria Elena Boschi twitta: «Buon 25 aprile a chi crede in un'Italia libera e democratica e in un'Europa senza muri e barriere di filo spinato». È tutta interna la polemica della deputata M5s Maria Edera Spadoni, che sale sul palco con una maglietta contro la riforma del governo: «La Costituzione non si tocca».
Ma i toni più aspri li fa registrare la Lega Nord. Gianmarco Centinaio, capogruppo al Senato, definisce «inutile kermesse» le celebrazioni della Liberazione. E Massimiliano Fedriga, capogruppo alla Camera, scrive che «la vera liberazione ci sarà con il voto di ottobre al referendum per mandare a casa Renzi». «Renzi, Boldrini e Mattarella in piazza per il 25 aprile» sono «ipocriti», attacca Matteo Salvini. «Sono complici e finanziatori di una nuova e violenta occupazione straniera, servi di una Ue che ci ruba lavoro, diritti, sicurezza e speranza nel futuro». «Salvini ormai è un disco rotto. Vaneggia anche il 25 aprile», replica dal Pd il renziano Andrea Marcucci. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino