Più di un anno e mezzo fa, a distanza di 24 ore dal tremendo omicidio del povero Luca Varani, Manuel Foffo e Marco Prato avevano deciso di dividersi dopo quel week-end di...
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Non è chiaro se in quell'occasione Prato volesse davvero tentare il suicidio, come invece è avvenuto nella notte tra lunedì e martedì in carcere a Velletri. Resta il fatto, però, che il ragazzo che rischiava l'ergastolo per l'omicidio Varani (l'amico e complice Manuel Foffo è stato condannato a 30 anni grazie al rito abbreviato), aveva preparato un testamento indirizzato alla famiglia e agli amici più stretti, compresi coloro che con lui gestivano l'agenzia di eventi A(h)però.
È Il Tempo a fornire dettagli sul contenuto di quel testamento, ripreso anche dall'Huffington Post. Prato spiegava così come avrebbe voluto il suo funerale: «Dovete fare festa e divertirvi! Preferirei una cerimonia laica, con fiori, canzoni di Dalida e solo bei ricordi. Vi amo». Per quanto riguarda la sepoltura, le richieste di Marco possono apparire bizzarre: «Chiamate Private & Friends, il centro capelli a piazza Mazzini per rigenerarmi la chioma prima di cremarmi. Mettetemi la cravatta rossa, donate i miei organi, lasciatemi lo smalto rosso alle mani. Mi sono sempre divertito di più ad essere una donna».
Marco Prato scrisse anche di desiderare una 'commemorazione periodica', non limitata al funerale: «Organizzate sempre, una volta alla settimana o al mese, una cena o un pranzo con tutti i miei cari amici e amiche che ho amato tanto. Fate sempre festa, sentitevi Dalida ogni tanto. Mettete "Ciao amore ciao" quando avete finito la festa per me e ricordatevi tutti insieme i miei sorrisi più belli».
L'ultima richiesta: «Buttate il mio telefono e distruggetelo insieme ai due computer, nascondendo i miei lati brutti. Tenete alto il mio nome e il ricordo, nonostante quel che si dica. Non indagate sui miei risvolti torbidi, non sono belli». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino