Luca Sacchi, l'amico Princi condannato a 4 anni. Il papà della vittima: «Mi aspettavo di più»

 Nella tragica serata in cui Luca Sacchi venne ucciso con un colpo di pistola alla tempia era presente, defilato, a seguire una trattativa finita nel sangue. Giovanni Princi,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
 Nella tragica serata in cui Luca Sacchi venne ucciso con un colpo di pistola alla tempia era presente, defilato, a seguire una trattativa finita nel sangue. Giovanni Princi, amico di infanzia del personal trainer ammazzato da Valerio Del Grosso il 23 ottobre dello scorso anno. Princi per la Procura di Roma era la persona che aveva raccolto i settantamila euro che, legati in due mazzette e stipati nello zaino della fidanzata di Luca Sacchi, Anastasiya, sarebbero serviti per l'acquisto di quindici chilogrammi di hashish dai pusher di San Basilio


Luca Sacchi, Pirino impiegava ragazze per portare la droga: consegne fuori quartiere per non entrare in concorrenza con i boss di San Basilio

 
​Un impianto accusatorio accolto oggi dal gup di piazzale Clodio che, al termine di un processo svolto con rito abbreviato, ha condannato Giovanni Princi a quattro anni di carcere per violazione della legge sugli stupefacenti. Il giudice ha fatto cadere però l'aggravante dell'articolo 80 sul tentativo di acquisto di una elevata quantità di droga. È questa la prima condanna nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Luca Sacchi. Princi, per il quale il pm aveva sollecitato una condanna a sei anni e quattro mesi, subito dopo l'omicidio si allontanò dalla zona dell'agguato, avvenuto a pochi metri da un pub nella zona dei Colli Albani. 

Roma, droga consegnata a domicilio: il "call center" della cocaina gestito da Pirino, il killer di Sacchi


La sua presenza in quel drammatico frangente era però funzionale, a detta degli inquirenti, alla conclusione di una «affare» che lui aveva organizzato e messo a punto con una serie di telefonate intercorse con i pusher. L'indagine della Procura di Roma ha cristallizzato, di fatto, due fasi su quanto avvenuto il 23 ottobre: quella precedente allo sparo e quella successiva, ovvero la trattativa e ciò che successe dopo il tragico epilogo della fallita compravendita. Nella trattativa, tracciata in una serie di intercettazioni, per l'acquisto di droga Princi e Anastasiya (sotto processo nel troncone principale assieme a Del Grosso, Paolo Pirino, Marcello De Propris e il padre di quest'ultimo Armando) hanno, a detta degli inquirenti, un ruolo primario. Princi ha affidato il denaro alla ragazza di Sacchi perché «notoriamente le donne passano più inosservate - scriveva il gip nell'ordinanza di arresto - e vengono utilizzate frequentemente come corrieri nel traffico di sostanze stupefacenti».
 


Ma era comunque lui a tirare le fila e, come scrive il Riesame, la sua attività di spaccio era svolta «in maniera professionale da molto tempo e con ampia disponibilità. Princi ha dimostrato scaltrezza e professionalità nelle precedenti vicende nelle quali è rimasto coinvolto» e ciò induce «a ritenere plausibile che - aggiungono i giudici - abbia avuto un ruolo se non di leader, di certo di promotore della trattativa e della conclusione dell'affare». Poche ore dopo i fatti, secondo quanto riferito da alcuni testimoni, Princi commentò così quanto avvenuto al suo amico di infanzia: «'vabbè allora se è morto andiamo a farci una birra e un panino, che sto morendo di famè». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino