Lobby nera, l'inchiesta si allarga alla Lega: acquisito un nuovo video

Lobby nera, l'inchiesta si allarga alla Lega: acquisito un nuovo video
Croci celtiche e braccia tese, saluti fascisti, il termine «camerata» usato come soprannome, battute sul caffè «nero e amaro come il fascismo...

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Croci celtiche e braccia tese, saluti fascisti, il termine «camerata» usato come soprannome, battute sul caffè «nero e amaro come il fascismo repubblicano». Ma anche richieste di denaro e la consegna di una valigetta che, invece di essere piena zeppa di banconote destinate alla politica, era stata riempita di libri. L'inchiesta della procura di Milano sulla «lobby nera» si allarga anche alla Lega. Gli inquirenti hanno disposto l'acquisizione del secondo capitolo dell'indagine giornalistica di Fanpage: dopo la sezione su presunti finanziamenti opachi per la campagna elettorale di Fratelli d'Italia per le amministrative milanesi, si parla di una presunta alleanza tra il gruppo di estrema destra del barone nero, Roberto Jonghi Lavarini, i neofascisti di Lealtà Azione e alcuni esponenti della Lega. Nel video c'è anche una valigia consegnata dal cronista di Fanpage infiltrato a Jonghi Lavarini: doveva contenere soldi per i referenti politici, ma i giornalisti la hanno riempita di libri a tema Olocausto e Costituzione italiana. Il trolley era stato ritirato il 30 settembre da una donna, mentre Jonghi Lavarini osservava a distanza.

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GLI INDAGATI
Il barone nero e l'europarlamentare di Fdi, Carlo Fidanza, sono già indagati per finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio, dopo i dialoghi e i video diffusi nella prima puntata: l'europarlamentare parlava di «black», soldi in nero da usare nella campagna elettorale della neoconsigliera Chiara Valcepina. E Jonghi raccontava di un sistema di «lavatrici» per pulire il denaro e di professionisti compiacenti. I pm sono pronti anche a contestare l'apologia del fascismo e stanno valutando l'ipotesi di odio razziale in relazione ad alcune esternazioni.
Nel secondo video, invece, compaiono l'ex eurodeputato leghista Mario Borghezio, il consigliere lombardo del Carroccio, Max Bastoni, l'europarlamentare Angelo Ciocca e la neoconsigliera comunale milanese, sempre della Lega, Silvia Sardone, oltre a Stefano Pavesi, consigliere di zona a Milano e del movimento Lealtà Azione. Tutti - sintetizza il servizio giornalistico - avrebbero avuto rapporti con Jonghi Lavarini con lo scopo di formare una corrente di estrema destra nella Lega, come bacino di voti. L'ipotesi giornalistica è che, in cambio di preferenze elettorali, i militanti di Lealtà e azione vengano assunti come aiutanti e portaborse dei politici leghisti.

LE REAZIONI
Il barone ad un certo punto definisce Ciocca «il nostro primo referente politico». Un testimone con il volto oscurato, un ex militare, racconta in video che Jonghi avrebbe portato «almeno 5 mila preferenze» all'eurodeputato leghista. Ma i voti arriverebbero anche da Lealtà e Azione. Ripreso da una telecamera nascosta, Borghezio parla invece con Jonghi di una «nostra area» e di una «terza Lega», per la quale si apre «un'autostrada» ora che Matteo Salvini ha aperto a Giorgia Meloni. «È tutta una invenzione di Fanpage - si è difeso il politico - io ho parlato di terza Lega, ma non c'entra nulla con l'estrema destra, per me la terza Lega è la base, i militanti, a loro mi riferivo». Poi ha aggiunto: «È molto grave che una testata faccia fare l'agente provocatore a un giornalista», riferendosi alla questione della valigetta. Ciocca ha invece replicato: «Ho dato mandato ai miei legali di predisporre una denuncia nei confronti di Jonghi Lavarini in caso abbia commesso un reato utilizzando il mio nome». E ha aggiunto che i rapporti tra loro «sono inesistenti». Per confermarlo, ha prodotto un messaggio in cui, alla fine del 2020, il barone nero scriveva: «Non ci hai dato alcuna risposta concreta, alcun ruolo operativo e nessuno spazio politico: solo chiacchiere e sorrisi».


Ora l'intero girato verrà acquisito dai magistrati, che stanno cercando di capire se per l'episodio della valigetta siano ipotizzabili reati. A coordinare le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme gialle, sono i pm l'aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Piero Basilone e Giovanni Polizzi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino