Via libera al Jobs Act, resta il reintegro: 2 miliardi a Taranto per lo sviluppo

Via libera al Jobs Act, resta il reintegro: 2 miliardi a Taranto per lo sviluppo
Archiviato il capitolo Legge di Stabilità si passa al Jobs Act. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto attuativo...

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Archiviato il capitolo Legge di Stabilità si passa al Jobs Act.




Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto attuativo del Jobs act sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Il Cdm ha approvato il decreto attuativo che disciplina il contratto a tutele crescenti, la modifica dell'articolo 18 e i nuovi indennizzi in caso di licenziamento illegittimo. Sul tavolo anche il decreto che dovrebbe estendere l'Aspi: il provvedimento concederebbe le tutele dell'ammortizzatore sociale anche ai lavoratori fino ad oggi esclusi.




Il Cdm ha anche approvato il decreto su Taranto, che prevede il passaggio del gruppo Ilva all'amministrazione straordinaria. Per la città di Taranto sono previsti fondi per le bonifiche, risorse per il Porto e per il Museo.



Il Cdm inoltre «proroga i contratti dei lavoratori precari delle Province. Con #superamentoprovince nessuno perde il posto e si danno migliori servizi ai cittadini». Lo scrive il ministro Marianna Madia su Twitter mentre è in corso il cdm.



Via libera anche al decreto attuativo della delega fiscale sulla certezza del diritto.



All'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri (CdM) natalizio, durato circa tre ore, c'erano proprio la riforma del lavoro e il caso Ilva. In particolare il CdM si è cimentato con i primi due decreti attuativi del Jobs Act: quello che definisce il contratto a tutele crescenti e quello che regolamenta l'Aspi, la nuova indennità di disoccupazione.



Niente opting out. Nel decreto attuativo del Jobs act sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti approvato dal Cdm non ci sarebbe l'opting out, la possibilità cioè per il datore di lavoro di "superare" il reintegro in caso di licenziamento ingiustificato con un super-indennizzo. Opzione su cui insisteva Ncd.



In merito alla possibilità di aumentare l'indennizzo in caso di licenziamenti economici il premier Matteo Renzi in un'intervista alla radio Rtl 102.5 afferma: «Non voglio entrare nei dettagli tecnici. Stanno ancora discutendo nei tavoli di lavoro al ministero e a palazzo Chigi».



Sicuramente sarà «più facile assumere, non licenziare», aggiunge poi il presidente del Consiglio spiegando che la riforma «verterà molto attorno all'indennizzo ma quelli che hanno già un contratto mantengono lo statuto del passato: questa normativa si applica ai nuovi ed è un elemento di certezza per loro. Per i nuovi, per i quali già avere un contratto a tempo indeterminato sembra una chimera, il sistema sarà più semplice e flessibile». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino