Roma, si inventa sedici gravidanze in 20 anni per non lavorare: maxi truffa all'Inps

Roma, si inventa sedici gravidanze in 20 anni per non lavorare: maxi truffa all'Inps
Sedici gravidanze, tutte a rischio. Ma è un grande bluff perché ha simulato nascite e aborti. Un numero di stati interessanti che, se fosse vero, sarebbe da inserire...

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Sedici gravidanze, tutte a rischio. Ma è un grande bluff perché ha simulato nascite e aborti. Un numero di stati interessanti che, se fosse vero, sarebbe da inserire nel guinness dei primati. Il punto, però, è che niente in questa vicenda è come sembra. Di reale ci sono solo i soldi che una furbastra di 50 anni ha incassato dall'Inps, più di 100mila euro. Insomma assegni di maternità a pioggia che le hanno permesso di non lavorare per 20 anni.

Un diluvio di soldi pubblici illegittimi perché quelle gravidanze pericolose non ci sono mai state, così come quei quattro figli dichiarati, che esistonosolo all'anagrafe. Neonati che risultano essere presenti nei registri con il loro nome e cognome ma non sono mai nati.   

LA VICENDA
È un storia che ha del surreale quella che è andata in scena nella Capitale e che ha come protagonista una signora romana. Una furbastra appunto, perché dal 2000 non lavora più nell'ufficio in cui risulta essere assunta. Nessuna sveglia, da due decenni, le suonava al mattino presto per ricordarle di correre al lavoro. Sulle sue dolci attese, infatti, incombeva la sempre terribile minaccia dell'aborto. Condizione che l'obbligava a stare ferma fin dai primi mesi. E così la donna doveva stare immobile a casa, al caldo e sotto le coperte. L'unica fatica ammessa, che puntualmente rispettava, era quella di dover riscuotere l'assegno mensile. La donna ha però imbrogliato tutti. Ed è riuscita a farlo fino a poco tempo fa.

Il grande bluff è stato smascherato dai carabinieri tutela del lavoro. Una truffa, il reato per il quale si procede, architettata con dovizia di particolari. Su cui forse colpevolmente, in molti, hanno girato la faccia dall'altra parte. O forse una burocrazia disattenta non è stata capace di cogliere l'imbroglio. Sta di fatto, però, che la signora ha incassato un bel gruzzolo e ha impiegato il suo tempo in altri affari. La 50enne, secondo gli inquirenti, sarebbe stata l'unica ideatrice, esecutrice e benefattrice dell'astuto piano. Gli investigatori dell'Arma ne sono convinti e l'hanno incastrata pedinandola.

Ci sono numerose fotografie che immortalano la signora, senza un filo di pancia, al supermercato mentre dovrebbe stare riguardata nel suo appartamento. C'è poi la questione dei figli che la donna avrebbe dato alla luce. Su sedici gravidanze a rischio quattro sarebbero terminate con successo. Quattro pargoli, tutte femminucce, di cui nessuno conosce l'esistenza. Quattro creature inventate di sana pianta con tanto di nome e cognome, i cui dati sono tuttavia regolarmente presenti all'anagrafe. Un mistero nel mistero che forse suggerisce l'intervento di qualcuno. Di un complice di cui, ad oggi, non ci sarebbe traccia.

IL FILM
Una storia che ricorda quella di Concetta Mucciardi. La contrabbandiera napoletana di sigarette che nel dopoguerra per non andare in carcere ebbe diciannove gravidanze, sette delle quali finite con la nascita di figli. La vicenda è poi diventata famosa grazie al film diretto da Vittorio De Sica nel 1963, Ieri, oggi, domani - vincitore del premio Oscar nel 1965 - con Sophia Loren come protagonista.


Anche se è opportuno sottolineare le significative differenze. Gli obiettivi diversi che si sono poste le due donne. La contrabbandiera napoletana i figli li faceva davvero con l'intento di evitare di finire dietro alle sbarre. La furbastra romana, invece, i figli non li ha mai avuti e a Regina Coeli, al contrario, rischierebbe di finirci nel caso di una condanna. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino