Nel 2016 gli immigrati occupati hanno prodotto l'8,9% del Pil, più del Pil della Croazia

Nel 2016 gli immigrati occupati hanno prodotto l'8,9% del Pil, più del Pil della Croazia
Nel 2016 i 2,4 milioni di occupati immigrati in Italia hanno prodotto 130 miliardi di valore aggiunto (8,9% del PIL). Messi a confronto con le economie dei paesi UE, gli...

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Nel 2016 i 2,4 milioni di occupati immigrati in Italia hanno prodotto 130 miliardi di valore aggiunto (8,9% del PIL). Messi a confronto con le economie dei paesi UE, gli stranieri in Italia sarebbero al diciassettesimo posto, con un valore aggiunto superiore al PIL di Paesi come Ungheria, Croazia o Slovenia. Il contributo economico dell’immigrazione si traduce in 11,5 miliardi di contributi previdenziali, in 7,2 miliardi di Irpef versata, in oltre 570 mila imprese straniere.

 
Sono questi i principali risultati presentati dalla Fondazione Leone Moressa nella settima edizione del Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione, presentato oggi alla Farnesina. L’edizione 2017, oltre a fotografare l’impatto economico e fiscale dell’immigrazione in Italia, approfondisce una prospettiva internazionale più ampia, analizzando le dinamiche dei quasi 250 milioni di migranti internazionali.
 
In un Paese che invecchia (7 nascite contro 11 morti ogni mille abitanti), la presenza immigrata rappresenta forza lavoro indispensabile in molti settori. Da un punto di vista previdenziale, i lavoratori immigrati versano 11,5 miliardi di contributi e garantiscono un saldo positivo per le casse Inps. Complessivamente, il valore aggiunto prodotto dai lavoratori immigrati è pari a 130 miliardi (8,9% del valore aggiunto nazionale). Non si tratta di occupazione in concorrenza con quella italiana, ma di occupazione complementare. Italiani e stranieri, si legge nel Rapporto della Fondazione Moressa, fanno lavori diversi: tra gli immigrati, solo l’11% è laureato, mentre tra i giovani italiani questa quota raggiunge il 31%. Anche per questo alcune professioni sono a conduzione prevalentemente straniera: il 74% dei lavoratori domestici è straniero, così come oltre il 56% delle “badanti” ed il 52% dei venditori ambulanti.
 
Accanto a queste professioni crescono le imprese condotte da immigrati. Negli ultimi cinque anni mentre le imprese italiane sono diminuite del 2,7%, quelle straniere hanno registrato un +25,8% raggiungendo quota 570 mila (9,4% sul totale) e producendo 102 miliardi di euro di Valore Aggiunto, pari al 6,9% della ricchezza complessiva. In forte crescita gli imprenditori del Bangladesh, anche se il primato per gli imprenditori stranieri è del Marocco (11%) e della Cina (10%).
 

A livello mondiale si stimano circa 250 milioni di migranti, ovvero il 3% della popolazione mondiale. Le migrazioni forzate invece riguardano 65 milioni di migranti, di cui il 60% sfollati interni.  In Europa nel 2016 si è registrato oltre un milione di richieste d’asilo, effettuate in quasi il 60% dei casi in Germania. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino