È di Ferentino ed è un dipendente della reception dello storico “Hotel Bassetto” il paziente sul quale è stato effettuato, per la prima volta,...
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Per la cronaca va comunque detto che il paziente era in discrete condizioni di salute. Tra l’altro vi era una unica infiltrazione dell’atrio che fortunatamente non interessava gli altri organi. A Stefanacci, affetto da una neoplasia polmonare destra, le metastasi avevano invaso anche una parte di cuore. Ciò aveva reso impossibile l’asportazione completa della massa tumorale.
L’intervento è iniziato il 16 gennaio alle ore 15.15 ed è terminato dopo circa quattro ore. Nel corso dell’operazione è stato possibile rimuovere il tumore asportando il polmone destro e la parte di cuore interessato dalla neoplasia; subito dopo è iniziata la fase molto delicata della ricostruzione del muscolo cardiaco. Per portare a termine il delicato intervento l’equipe chirurgica ha utilizzato la membrana che riveste il cuore di un bovino. Ciò ha permesso di evitare gli anticoagulanti.
Dopo quattro giornate in terapia intensiva, Augusto Stefanacci è stato trasferito presso il reparto di chirurgia toracia . Il primo febbraio i medici hanno deciso di dimetterlo.
Grande la soddisfazione dell’assessore D’Amato che ha sollecitato le istituzioni ad investire sulla sanità. Il piccolo Alex e poi Sammy Basso insegnano. Nel primo caso Alessandro Maria Montresor è un bimbo di soli diciotto mesi, affetto da una malattia genetica rara, che lo aveva condannato a morte sicura; è riuscito a salvarsi grazie alle cellule staminali estrapolate dal midollo osseo del padre. L’intervento perfettamente riuscito, è stato praticato da una equipe di ematologi dell’ospedale pediatrico “Bambini Gesù” di Roma.
Sammy Basso che oggi ha 24 anni è invece affetto da “Progeria” (sindrome da invecchiamento precoce). Il ragazzo che ogni giorno lotta per avere un giorno in più della sua vita, si è laureato in medicina e da anni sta studiando la malattia che lo ha colpito. Il giovane insieme ai suoi genitori ha fondato una associazione che prende il nome dalla sua patologia proprio per promuovere la ricerca. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino