Giornalisti in piazza in tutta Italia in difesa della libertà di informazione. Conte ai cronisti: non temete

Giornalisti in piazza in tutta Italia in difesa della libertà di stampa. «Basta attacchi ai giornalisti. Gli insulti e le minacce di Luigi Di Maio e...

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Giornalisti in piazza in tutta Italia in difesa della libertà di stampa. «Basta attacchi ai giornalisti. Gli insulti e le minacce di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista non sono soltanto l'assalto a una categoria di professionisti, ma rappresentano anche e soprattutto il tentativo di scardinare l'articolo 21 della Costituzione e i valori fondamentali della democrazia italiana», afferma la Federazione nazionale della stampa (Fnsi) che ha promosso un flashmob con lo slogan "#giùlemanidall'informazione". Alla manifestazione nelle piazze d'Italia hanno partecipato giornalisti, ma anche cittadini e associazioni che considerano l'informazione un bene essenziale per la democrazia. 


 



«Questa non è una lotta fra caste ma una battaglia per la libertà d'informazione e di essere informati. Se il presidente della Repubblica, uomo mite, pacato e moderato, per la quinta volta in un mese deve dirci che la libertà d'informazione è presidio della democrazia, potete immaginare se non dobbiamo essere preoccupati», dice Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale Stampa. «Ci sono state offensive contro la stampa sotto tutti i governi, da Berlusconi a Renzi, e noi ci siamo sempre mobilitati ma l'attacco che stiamo subendo oggi non ha precedenti - sottolinea il presidente della Fnsi -. Il flash mob è solo il primo passo». 




«L'articolo 21 della Costituzione è importante, la professione dei giornalisti è fondamentale in tutti i sensi per la nostra società», dice il ministro all'Istruzione Marco Bussetti oggi a Genova ha risposto a chi gli chiedeva dei recenti insulti di alcuni esponenti del governo nei confronti della categoria dei giornalisti.

Non si è fatta attendere la reazione del Movimento 5 Stelle. «Chi parla di dittatura oggi o di pericolo di dittatura come Berlusconi, mi fa un pò ridere perché rappresenta quella classe politica che quando era al Governo ha addirittura epurato giornalisti come Biagi, Luttazzi e Santoro». Così Luigi di Maio in una diretta video. «Abbiamo sempre difeso i giornalisti epurati dalla destra e dalla sinistra. Berlusconi ha avuto la nomea di quello che era in conflitto interessi e che faceva gli editti bulgari ma poi abbiamo vissuto l'epoca Renziana in cui Gabanelli, Giannini, Giletti, Floris, Mercalli, Porro sono stati mandati via dalla Rai e noi li abbiamo difesi», ha aggiunto il vice premier che ha poi proseguito: «Spero vivamente che il direttore generale Salini possa rivalorizzare quelle risorse, sono decisioni sue, ma spero che possano ritornare in Rai».


«È partita la difesa corporativista, puerile, patetica, ipocrita, conformista e oltretutto controproducente di una parte del sistema mediatico - sottolinea Alessandro Di Battista -. Quando per orgoglio e malafede non sanno chiedere scusa per le menzogne scritte sulla Raggi, per la difesa a spada tratta di un sistema morente, per aver avallato il neoliberismo e tutte le sue nefandezze, partono con la solita litania: "giù le mani dall'informazione"».


«Se fossi un giornalista prenderei le distanze da chi inventa i fatti e fa il tiro al bersaglio», aggiunge il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. 




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Il Gazzettino