La prima notte nel carcere milanese di Bollate non sembra aver provato l'ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che nell'istituto milanese si...
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Tanto forte che la sua preoccupazione non è per se stesso ma per chi è fuori: «Voglio che sappiano che devono essere forti», ha detto l'ex presidente. Formigoni ha trascorso la notte in un cella con altri due detenuti con pena definitiva, due persone comuni, entrambe italiane: ne mancava una terza, il suo coimputato Costantino Passerino che, nello stesso processo, si è visto confermare la pena dalla Suprema Corte a sette anni e sette mesi inflitta in appello.
Passerino è temporaneamente in infermeria ma è destinatario della stessa cella nel I Reparto della casa circondariale, un'ala dove si trovano generalmente persone dai 50 anni in su, un ambiente definito come un luogo tranquillo, con le celle aperte dalle 8 alle 20 e dove c'è libertà di spostamento non solo sul proprio piano, ma in tutta la palazzina di competenza. Nella stessa palazzina anche persone i cui casi hanno destato particolare clamore mediatico come Alessandro Boettcher e Alberto Stasi. L'avvocato di Formigoni, Mario Brusa, ha avuto modo di incontrarlo in giornata e l'ha trovato «sereno e combattivo».
«Da parte degli altri detenuti è venuta una grande comprensione - ha spiegato Brusa -: gli chiedono di che cosa ha bisogno, in una realtà in cui mai avrebbe pensato di trovarsi, anche se non appare scosso».
Il Gazzettino