M5S conquista Roma, Raggi trionfa con il 67%. Appendino vince a Torino, Sala a Milano e De Magistris a Napoli

Il Movimento 5 stelle conquista Roma e Torino con due trionfi e vince in 19 dei 20 comuni in cui era al ballottaggio nelle elezioni amministrative. I risultati della tornata...

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Il Movimento 5 stelle conquista Roma e Torino con due trionfi e vince in 19 dei 20 comuni in cui era al ballottaggio nelle elezioni amministrative. I risultati della tornata elettorale consegnano un risultato storico per i grillini, che ora punta al governo del Paese: «E' solo l'inizio, ora tocca a noi», dice Beppe Grillo. 


Virginia Raggi e Chiara Appendino, rispettivamente con il 67,2 e il 54,56% delle preferenze, guideranno dunque la Capitale e il capoluogo piemontese dopo aver messo ko il Pd. Sconfitti nettamente Roberto Giachetti a Roma, fermo al 32,85%, e Piero Fassino a Torino, bloccato al 45,44%.

 

«È un momento storico, ora parte una nuova era», ha detto il primo sindaco donna di Roma. «È giunto il nostro tempo, dobbiamo ricucire una città profondamente ferita», le parole della neo prima cittadina di Torino.

A Napoli e Bologna gli elettori riconfermano Luigi De Magistris, che dilaga con 66,85% staccando Gianni Lettieri (33,15%), e il Pd Virgilio Merola con il 54,64%, che batte la leghista Lucia Borgonzoni (45,36%).

A salvare i democratici è però soprattutto la vittoria del candidato renziano Beppe Sala a Milano, che dopo un iniziale testa a testa chiude in vantaggio col 51,7% contro il 48,3 di Stefano Parisi, candidato del centrodestra.

Il centrodestra perde in molte città, con l'eccezione di Trieste dove Roberto Dipiazza con il 52,6% scalza il pd Roberto Cosolini (47,4%).

Torna sulla scena Clemente Mastella, che a Benevento con il 62,88% stravince sul candidato del centrosinistra Raffaele Del Vecchio, fermo al 37,12%. 

Il Pd ammette la sconfitta «senza attenuanti» a Roma e a Torino e la «durezza» della perdita a Novara e a  Trieste. 

Anticipata a venerdì 24 la Direzione nazionale del Pd, prevista inizialmente per il 27. «Gli italiani non credono più a Renzi», ha commentato il leader leghista Matteo Salvini. 

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Il Gazzettino