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Ogni giorno conta. In termini di vite, letti in terapia intensiva, numero di contagi. Per incapacità e inerzia, l'epidemia di coronavirus è stata un «disastro evitabile» e «il messaggio per il cambiamento è chiaro: il Covid-19 deve essere l'ultima pandemia. Se la comunità globale non prende sul serio questo obiettivo, condanneremo il mondo a catastrofi successive». Sembra una profezia malvagia, ma lo dice la scienza. Esattamente un rapporto indipendente pubblicato sulla rivista The Lancet e redatto da un gruppo di esperti su richiesta del direttore generale dell'Oms, incaricato dall'Assemblea mondiale della sanità di avviare una revisione imparziale e completa sulla risposta sanitaria internazionale alla pandemia da Covid. Secondo la relazione, un «cocktail tossico» di negazione, scelte sbagliate e mancanza di coordinamento ha fatto precipitare il mondo in una pandemia che «avrebbe potuto essere evitata».
ANELLI DEBOLI
«Ci sono stati ritardi evidenti in Cina, ma si sono verificati ritardi ovunque», è la conclusione a cui giungono le coordinatrici del panel, l'ex primo ministro neozelandese Helen Clark e l'ex presidente della Liberia Ellen Johnson Sirleaf. Per otto mesi hanno esaminato la diffusione del contagio, le contromisure adottate dall'Oms e dagli Stati per affrontarla, trovando «anelli deboli in ogni punto della catena». Oms compresa: è trascorso «troppo tempo» tra la notifica di un focolaio di polmonite sconosciuta a metà dicembre 2019 e la dichiarazione il 30 gennaio dell'emergenza sanitaria. Ma anche agendo una settimana prima, le cose difficilmente sarebbero cambiate di fronte «all'inazione di così tanti Paesi».
RIFORME RADICALI
Clark e Sirleaf sono critiche nei confronti degli Usa dell'era Trump e del Brasile di Bolsonaro, che hanno «svalutato e smontato» la scienza, negando la gravità della malattia, con «conseguenze mortali». Alla luce del danno arrecato, il gruppo sollecita riforme radicali tali da assicurare, in analoghe circostanze, risposte più efficaci. Più risorse per la prevenzione e la comunicazione dai governi e dall'Oms, la creazione di un «Consiglio per le minacce alla salute globale», guidato dai capi di Stato, per mantenere alta l'attenzione sulle minacce alla salute e garantire una rapida azione collettiva. E una sessione speciale dell'Assemblea generale delle Nazioni unite entro la fine dell'anno per concordare una dichiarazione politica in questa direzione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino