Coronavirus, fermare il contagio e arrivare al vaccino? Ora si può

Lo Spallanzani è il primo ad aver isolato il virus? IL LABORATORIO No, lo hanno già fatto in Cina, in Usa, in...

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Lo Spallanzani è il primo ad aver isolato il virus?


IL LABORATORIO
No, lo hanno già fatto in Cina, in Usa, in Giappone, in Australia e in Francia. Ora anche i dati italiani saranno a disposizione della comunità internazionale. La mappa genetica messa a punto dai cinesi, ossia la prima messa a disposizione dagli scienziati, è stata completata a gennaio. Il completamento è stato pubblicato sulla rivista Science. La sequenza è stata poi depositata nella GeneBank. I ricercatori di tutto il mondo hanno potuto così studiarla e analizzarla. L'isolamento virale effettuato allo Spallanzani permette di confrontarlo con i ceppi già isolati per valutare eventuali mutazioni.


Gli angeli della ricerca, le due scienziate italiane che hanno isolato per prime il coronavirus

Quali sono gli effetti immediati?
LA PORTATA
Questa scoperta è importante perché è sempre utile che il virus venga isolato anche in Italia. Dopo aver isolato il virus responsabile dell'infezione da Coronavirus, sarà ora più facile per i ricercatori avviare una nuova serie di studi di ricerca per migliorare per esempio i test diagnostici, valutare l'efficacia e la possibile risposta alla terapia del virus a farmaci già esistenti e potenziare eventuali punti deboli del virus per sviluppare strategie terapeutiche e identificare eventuali target vaccinali. Sarà così possibile anche bloccare con maggiore precisione e tempestività la diffusione a livello globale.


Si può già dire che il virus è sotto controllo?
IL PUNTO
La mappatura genetica del Coronavirus permette di conoscere meglio il virus. Dopo averlo studiato e analizzato, i ricercatori potranno riconoscere anche le mutazioni, e questo permette di avere nuovi test per la diagnosi, sempre più precisi. Non soltanto il virus in questo modo non sfugge mai, ma si possono riconoscerne e individuarne tutte le mutazioni per comprendere come si evolve. Sarà necessaria dunque la collaborazione di tutti i paesi per lo scambio di informazioni e per arrivare a risultati certi e condivisi. Per il momento, mettere i pazienti in quarantena servirà ad arrestarne la diffusione.


Quanto ci vorrà adesso per trovare la terapia?
PROFILASSI

Per il momento non esiste una cura per il Coronavirus. Le terapie utilizzate finora dipendono dai sintomi dei pazienti, ossia la febbre, la tosse e nei casi più gravi la polmonite. Grazie alla definizione della sequenza genetica sarà più facile però trovare una cura. Nel frattempo i ricercatori si stanno concentrando sulla produzione di un vaccino. Utilizzando gli studi sulla Sars, alcuni scienziati americani ci stanno lavorando dal 2003. Ma potrebbero essere necessari ancora più di un anno. Dopodiché si passa alle sperimentazioni previste dalla autorità internazionali. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino