Coronavirus, Zangrillo: «Cts doveva tenere le discoteche chiuse. Sbagliato fare tamponi a caso»

La definizione del virus «clinicamente morto» è stata «un'espressione stonata: ho sbagliato nel modo, però il concetto rimane. E c'è...

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La definizione del virus «clinicamente morto» è stata «un'espressione stonata: ho sbagliato nel modo, però il concetto rimane. E c'è un Comitato tecnico scientifico che aveva gli strumenti per dire che le discoteche non andavano riaperte». Lo ha detto Alberto Zangrillo, medico personale di Silvio Berlusconi e primario di Terapia intensiva del San Raffaele, ospite di #Cartabianca su Rai3. «Non credo - ha proseguito il primario - che possa avere indotto i vacanzieri a fare di tutto e di più, mentre il resto d'Italia cercava di essere più controllato. Io ho sempre invocato il buon senso, se qualcuno va in discoteca senza mascherina, non è colpa mia. Guardiamo avanti e cerchiamo di dare suggerimenti attuali e per il futuro. Il 25% degli abitanti di Manhattan sono venuti a contatto con il virus e hanno gli anticorpi: non credo - ha concluso - che la mia risonanza abbia varcato l'Oceano e abbia alimentato questo motus verso l'inevitabile contagio.».


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Secondo Zangrillo, «fare tamponi in modo non finalizzato, e quindi semplicemente cercare di fare quanti più tamponi possibile, può farci correre il rischio di perdere di vista altri elementi fondamentali, ossia il monitoraggio clinico dei pazienti: dobbiamo convivere con il virus, quindi è fondamentale sorvegliare, tracciare, e fare tamponi dove servono per evitare che un focolaio si intenda. Per esempio nelle scuole dobbiamo essere attenti a monitorare gli insegnanti, il personale di servizio, amministrativo, e poi tutto quello che contribuisce a rendere la socialità del Paese attiva e viva come un tempo». 
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Il Gazzettino