Per curare il Covid servirebbe un farmaco nuovo, efficace e disponibile al più presto. Aspetti però difficili da conciliare considerati i tempi necessari per la...
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Il meccanismo in realtà non è nuovo. Già nel 2009 Pessi aveva dimostrato che se al peptide inibitore viene legata una molecola di colesterolo, il peptide diventa molto più efficace e anche più stabile per l’uso terapeutico, e in un studio del 2015 aveva proposto questa strategia come possibile risposta rapida a pandemie causate da virus emergenti. La novità del farmaco proposto ora dai cinesi, specifica Ciliberto, è che «non è riciclato, ma è specifico nei confronti del virus Sars-Cov-2, utilizzando un meccanismo generale di tutti i virus molto noto: ossia la fusione della membrana con quella della cellula. E’ inoltre molto potente, mentre invece la quantità di questo peptide è molta bassa; bastano cioè poche molecole per inibire la crescita del virus sulle cellule. Inoltre, è stato testato sui topi senza dar luogo ad effetti collaterali tossici». Altro aspetto che lo rende promettente è la tempistica. «Per poter ottenere un farmaco di questo genere i tempi di sviluppo sono molto brevi. Innanzitutto perché la sintesi di questa molecola è chimica, quindi molto facile da realizzare, e poi è poco costosa». La via di somministrazione del nuovo farmaco sarebbe intra-nasale. «Considerato che non è un farmaco che deve circolare nel sangue, ma va somministrato per via sistemica, non c’è bisogno di tutti quegli studi di tossicologia che in genere allungano di molti i tempi di realizzazione». A ciò si aggiunga poi che se un farmaco ha un’applicazione localizzata, «è quasi certo che è tollerato. Inoltre, visto che non deve circolare nel corpo, interessando la farmacocinetica, i tempi di sviluppo sono rapidissimi». Quanto? «Se un’industria si mettesse subito all’opera, nel giro di 3-4 mesi si potrebbe avere già il farmaco pronto per la sperimentazione. E in questo caso, se i risultati della sperimentazione fossero positivi, potremmo averlo a disposizione entro la fine dell’anno».
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Il Gazzettino